Killer delle mani mozzate, parla una delle figlie di Giuseppe Piccolomo: nell’odierna puntata de I Fatti Vostri, infatti, Giancarlo Magalli è tornato ad occuparsi di uno dei casi di cronaca nera recenti più efferati invitando in studio Tina, una delle figlie dell’uomo, che dopo essere stato condannato all’ergastolo per aver ucciso barbaramente una donna di 82 anni con decine di coltellate e poi tagliandole le mani per evitare che venissero rinvenute sotto le sue unghie tracce di colluttazione dovrà ora scontare anche un secondo “fine pena mai” per l’omicidio della moglie, avvenuto diversi anni fa e il cui caso è stato riaperto solo grazie alla ostinazione delle due sorelle, da sempre convinte che fosse stato il padre a uccidere la compagna, mosso da motivazioni non solo passionali (aveva una relazione con la lavapiatti marocchina del ristorante che gestivano) e anche economico, ovvero incassare il relativo premio dopo averne simulato la morte per un incidente.

PARLA LA FIGLIA DEL KILLER DELLE MANI MOZZATE

Accompagnata in studio da Antonio Cozza, legale della famiglia, Tina Piccolomo ha raccontato a Magalli (qui il link dell’odierna puntata e dell’intervista) le sue sensazioni dopo che al genitore era stato comminato un secondo ergastolo e spiegando anche come si sia arrivati alla sua incriminazione per aver assassinato la madre madre: “La sentenza ci ha soddisfatte, abbiamo fatto giustizia” ha detto la donna anche a nome della sorella che poi spiega come sia stato duro arrivare all’incriminazione dell’uomo anche per la morte della madre, carbonizzata nella sua auto e che l’uomo aveva fatto passare per un incidente. A tal proposito l’avvocato Cozza ha pure spiegato che, per fortuna, Giuseppe Piccolomo è stato condannato perché la Procura Generale di Milano ha riconosciuto che i due crimini da lui commessi erano diversi e quindi non rientrava nella casistica in cui non si può essere processati per lo stesso reato. Il fatto curioso, che emerge nella ricostruzione dei fatti, è che nel nuovo processo sono stati semplicemente ripresi degli elementi che nel lontano 2003 non erano stati valutati bene, approfondendoli e arrivando così soprattutto per merito della tenacia delle figlie di Piccolomo alla nuova incriminazione.