Enrico Ruggeri è uno dei giurati della nuova edizione di Sanremo Young 2019, al via questa sera su Rai 1. Nato a Milano il 5 giugno 1957, Ruggeri frequenta il liceo Berchet dove inizia le sue prime esperienze musicali con alcuni gruppi della scuola. Nel 1973 fonda la band dei “Josafat” e debutta in concerto al Teatro San Fedele di Milano con un repertorio di classici del rock anni ’60. E’ invece il 1974 quando forma con l’amico Silvio Capeccia gli “Champagne molotov”: lo stile è quello del “rock decadente” alla David Bowie e Lou Reed. La prima canzone importante è datata 1975: è “Living Home”, scritta durante l’ultimo anno di liceo classico, che più tardi sarà “Vivo da Re”. Terminato il liceo Enrico si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza e insegna, come supplente, le materie di italiano e latino presso le scuole medie inferiori. Intanto gli Champagne Molotov cambiano formazione, assumendo quella che diventerà la line-up del primo gruppo stabile: Enrico Ruggeri, Silvio Capeccia, Pino Mancini, Roberto Turati ed Enrico Longhin. Nel 1977 il gruppo capeggiato dal giovane professore cambia configurazione a seguito dell’abbandono di Capeccia; l’anima musicale subisce l’influenza del punk-rock che sta esplodendo un po’ in tutta Europa: cambiano il nome in “Decibel”. Enrico abbandona l’università: la musica diventa la sua prima e più importante attività. E’ il mese di ottobre quando Milano vede i suoi muri tappezzati di manifesti e volantini che annunciano un concerto punk dei Decibel. Il concerto è tutta un’invenzione: si tratta di una provocazione in stile Malcolm McLaren che suscita la reazione anti-punk dei movimenti giovanili della sinistra. Si assiste a zuffe e pestaggi e, l’indomani, la stampa locale parlerà per la prima volta dei Decibel. Nelle settimane successive, incuriosite dalla circostanza, le case discografiche contatteranno il gruppo: la Spaghetti Records propone loro un contratto e li manda al Castello di Carimate per registrare “Punk”, l’album di debutto. Il 1979 vede la pubblicazione dell’album “Vivo da Re” registrato in quel Castello di Carimate. L’anno successivo Ruggeri trascina i Decibel sul palco del Festival di Sanremo con il brano “Contessa”: il successo è notevole.



ENRICO RUGGERI, LA CARRIERA SOLISTA

A seguito di un lungo periodo di incomprensioni, che procureranno noie anche dal punto di vista legale, le strade di Enrico Ruggeri e del suo complesso si separano definitivamente. Incontra Luigi Schiavone con il quale firmerà moltissimi pezzi, tra cui alcuni capolavori assoluti della musica leggera italiana: nell’agosto del 1980 registra il suo primo album da solista “Champagne Molotov”.  “Polvere” è del 1983. Scrive “Il mare d’inverno”, che conoscerà un grande successo con Loredana Berté. L’edizione di Sanremo 1987 vede vittoriosa “Si può dare di più” firmata e interpretata dal trio Enrico Ruggeri, Gianni Morandi e Umberto Tozzi. Nella stessa edizione il premio della critica viene assegnato a “Quello che le donne non dicono”, scritta da Enrico e interpretata da Fiorella Mannoia. Nel 1993 Enrico Ruggeri compie l’impresa e vince per la seconda volta il Festival di Sanremo con “Mistero”, primo brano rock a trionfare nella città dei fiori. All’inizio del mese di luglio del 2009 inizia la conduzione su Italia 1 di una nuova trasmissione dal titolo “Mistero” (come il suo brano del 1993), un programma di interviste che tratta argomenti fantascientifici. Torna ancora a Sanremo nel 2018, questa volta con il suo gruppo storico, i Decibel, presentando il brano “Lettera dal duca”.



IO E DAVID BOWIE

Il brano Lettera dal duca è ovviamente dedicato allo scomparso David Bowie, detto il Duca Bianco. In una intervista poco dopo Sanremo 2018 lo definisce una persona geniale, un curioso, a lui dice di dover la propensione a rischiare sempre qualcosa senza preoccuparsi dei consensi o delle critiche. Bowie, dice ancora, “ha cambiato una generazione insegnando che il conformismo è una sconfitta e invitando tutti ade esasperare le proprie diversità fisiche e intellettive. La sua lezione è ancora più preziosa in questi tempi così omologati”. Con poca modestia dice di essere l’italiano che ha saputo accogliere l’eredità dell’artista inglese. Nella sua carriera ha inciso quattro pezzi di Bowie: The Jean Genie, All the young dudes, Life on Mars? e Diamond Dogs; con i Decibel ha suonato nel tour della reunion The man who sold the world.