Love and Peace, il titolo del loro disco insieme uscito lo scorso anno, non è solo il riferimento al periodo storico degli anni 60, il movimento hippie, amore e pace, ma, a essere maliziosi, è anche un riferimento personale. Maurizio Vandelli, leader dell’Equipe 84, e Shel Shapiro dei Rokes, due dei gruppi più popolari di quel periodo, in realtà non si amarono molto e hanno dovuto aspettare 50 anni per fare pace. Era il giorno dell’apertura dello storico locale romano, il Piper, dove sarebbero passate tutte le future star della musica italiana, e Shapiro con la sua band doveva esibirsi. Ovviamente era teso e nervoso per il grande momento, quando fu avvicinato da Vandelli che animato da buone speranze gli chiese se gli andava se facevano qualche pezzo insieme. Shapiro fu molto chiaro e diretto: “No”, gli rispose. Da allora i due per 5 decenni non si sono più parlati e frequentati, fino a quando hanno deciso di fare questo disco insieme. A essere ancora maliziosi si potrebbe dire che il “nuovo amore” tra i due è motivato dal bisogno di richiamare attenzione su due carriere ormai morte e sepolte da tempo. La versione ufficiale è invece quella che segue, la prima da parte di Shapiro: “La nostra storia nasce in quegli anni, dal periodo del Flower Power, del pacifismo, del movimento giovanile ecc. Ma questo titolo vuole essere un segno di solidità e non di rifiuto. Abbiamo bisogno seriamente di abbracciare il mondo e di allargare le mani verso tutti”, mentre Vandelli dice: “Il Love & Peace di quel tempo l’ho vissuto, magnato e già digerito. Secondo me queste due parole dobbiamo ricordarcele innanzitutto noi due, che non siamo d’accordo su nulla”. Il disco comunque contiene solo pezzi storici delle due band di quegli anni e altre cover d’epoca. Naturalmente i due si stanno anche esibendo dal vivo. Nessuno dei giovani che si esibiranno a Sanremo Young 2019 immagina ovviamente chi siano questi due anziani 70enni, ma la loro musica ha significato molto 50 anni fa, con alcune delle canzoni più belle di quel periodo storico.



SHEL SHAPIRO CHI E’?

Nato da una famiglia di origini russe (il nonno suonava nella banda dello zar) a Londra, Shel Shapiro forma il suo primo complesso neanche ventenne, lo Shel Shapiro Combo entrando in pieno nell’era beat, nel 1960, ancor prima dell’esplosione del fenomeno dei Beatles. Shapiro in realtà aveva già accompagnato la star americana Gene Vincet come chitarrista in tutta Europa. Il gruppo proprio come i Beatles si esibiscono ad Amburgo dove conoscono il cantante Colin Hicks, fratello del più famoso Tommy Steele che gli chiede di accompagnarli in Italia dove deve tenere alcuni concerti. E’ il 1963 e la vita di Shel cambierà per sempre. Dall’Italia non se ne andrà mai più. Cambia il nome del gruppo in The Rokes e in breve tempo cominciano a macinare successi su successi. La loro forza sta nella cultura beat e rock inglese, cioè quella originale: loro ne facevano parte, non scimmiottavano come tutti i gruppi inglesi, nel forte accento inglese di Shapiro che rende accattivante e melodiosa la sua voce e soprattutto in un manciata almeno di grandi canzoni che riflettono meglio di tutti il clima del tempo, pace, amore e rock n roll: C’è una strana espressione nei tuoi occhi, Che colpa abbiamo noi, E’ la pioggia che va, Bisogna saper perdere, Eccola di nuovo, Lascia l’ultimo ballo per me. Frasi che diventano slogan del periodo: “La gente non sorride più vediamo un mondo vecchio che ci sta crollando addosso ormai Ma che colpa abbiamo noi Sarà una bella società fondata sulla libertà però spiegateci perché se non pensiamo come voi ci disprezzate, come mai Ma che colpa abbiamo noi (…) E se non siamo come voi una ragione forse c’è”. Un referendum lanciato dalla trasmissione televisiva Chissà chi lo sa? vede i Rokes trionfare sopra tutti i gruppi del periodo, ben sopra l’Equipe 84. Ben 5 milioni le copie di dischi venduti fino allo scioglimento nel 1970. Shel Shapiro resta in Italia, diventa produttore, arrangiatore e pubblica anche dischi solisti ma inevitabilmente, appartenendo a un’altra epoca, non riesce ad avere successo negli anni 70. Nei primi anni 80 lo si può trovare spesso nei locali di Brera a Milano da solo a cantare i grandi successi di altri artisti degli anni 70. Torna negli anni duemila con spettacoli teatrali, sempre nostalgici, ruoli in televisione e al cinema.



MAURIZIO VANDELLI A SANREMO YOUNG 2019

Dopo un periodo di alcuni mesi in Spagna dove si esibisce nei club locali, Maurizio Vandelli nel 1963 torna nella natia Modena dove insieme agli amici  Victor Sogliani, Franco Ceccarelli, Alfio Cantarella forma un gruppo che in breve tempo diventerà l’Equipe 84. Amici di Francesco Guccini, ne incideranno brani come Auschwitz. Il primo 45 giri è del 1964, Papà e mamma ma il grande successo arriva con la cover in italiano di Io ho in mente te nel 1966. Da quel momento contendono ai Rokes la nomea di maggior gruppo beat italiano, di cui incarnano anche loro l’epopea. L’amicizia sviluppata con Lucio Battisti permette loro di incidere in anteprima il brano 29 settembre che li vedrà trionfare, poi nel 1969 l’altro nega successo di Tutta ma la città mentre qualche tempo prima incidono una cover di Bang bang di Sonny and Cher che diventa un altro grande successo, così come Angelo blu, cover di un pezzo degli Honeybus. Ci sono poi problemi legali quando Cantarella nel 1970 viene trovato con sei etti di hashish e viene arrestato. Il gruppo viene censurato dalla Rai. La formazione cambia e nel 1975 il gruppo arriva a incidere un 45 di sostegno alla campagna elettorale del Partito socialista. Mel 1979 Vandelli annunci alo scioglimento del gruppo . La band si ricostituisce varie volte negli anni ma Vandelli rifiuta sempre di prendervi parte.