Sonny Olumati, ballerino trentunenne e studente di medicina, dopo essere stato al centro dell’attenzione per le sue attività nell’ambito del movimento degli Italiani senza cittadinanza, torna in TV come ospite di Tv Talk in onda venerdì 16 febbraio alle 15:00 su Rai Tre. Massimo Bernardini accoglierà i suoi ospiti, tra cui, oltre a Sonny, spiccano i nomi degli chef Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri, di Serena Rossi, reduce dal successo del film Io sono Mia, trasmesso su Rai Uno il 12 febbraio 2019, di Gianni Ippoliti e di Luca Dondoni, solo per citarne alcuni. Il dibattito si concentrerà sul ritorno del Commissario Montalbano, ancora una volta accolto con grande affetto dal pubblico, che, nel festeggiare il traguardo dei vent’anni, ha affrontato un tema molto attuale, quello dell’immigrazione. Il programma affronterà la questione con un servizio inedito, che porterà gli ospiti anche a parlare di Mamhood, vincitore del Festival di Sanremo, delle polemiche legate al televoto e del modo in cui la televisione racconta i “nuovi italiani”.
Sonny Olumati e quella metafora così efficace contro Virginia Raggi
Sonny Olumati non è un volto nuovo del panorama televisivo italiano. Il suo nome è associato a quello Virgina Raggi e, in particolare, a un intervento del ballerino nei confronti della sindaca di Roma durante una puntata del programma M di Michele Santoro. La notizia risale a qualche mese fa, ma è ancora oggetto di discussione per l’efficacia comunicativa dimostrata da Olumati. Il trentunenne, invitato in studio da Santoro, avrebbe posto alla Raggi una domanda con una metafora particolarmente apprezzata dal pubblico per la sua semplicità e immediatezza. “Se io sono a Roma e porto la macchina a lavare e la persona che si prende cura di fare questo servizio dice ‘ok, ci penso io’. Se poi io torno dopo un’ora e la macchina è ancora sporca e lui mi risponde: ‘E vabbe era troppo sporca’, io da romano gli rispondo: ‘Questo è il lavoro tuo’. Questa è la questione: cosa vogliamo fare? Capisco quello che dice, le amministrazioni precedenti e tutte le scusanti. Ma si aspettava che Roma gliela consegnavano profumata? Non è un’ammissione in sè di non saper gestire la situazione?”. L’intervento ha immediatamente scatenato i pentastellati, che all’indomani della trasmissione hanno riempito il profilo Facebook di Sonny di insulti, non tanto per l’intervento in sé, quanto per delle foto che ritraggono Olumati con l’ex ministra Fedeli e con l’ex presidente del Senato Grasso ai tempi dell’approvazione dello Ius Soli.
Quelle terribili scritte razziste
Nonostante sia nato a Roma da genitori nigeriani, Sonny Olumati si trova ancora a dover sopportare pesanti insulti razzisti nei suoi confronti. Lo raccontava a Repubblica nel giugno del 2018, quando, uscendo di casa, è stato “accolto” da una svastica. La notizia è stata diffusa da Sonny stesso attraverso il suo profilo Facebook. Il post reca il titolo “Razzismo ai tempi della Terza Repubblica” e recita così: “Ieri mattina sono sceso per fare delle commissioni e al mio rientro a casa ho trovato questa scritta, sulla vetrata del mio portone. Ciò che fa più schifo (oltre allo stile da 3a elementare e alla totale mancanza di tecnica dell’autore) è la riesumazione di un simbolo come la svastica, per dare ‘un senso ideologico’ e politico a un messaggio che di per sé non vuol dire niente (le teorie discriminatorie mancano sempre di basi logiche). Inoltre è da notare l’uso sintatticamente errato e plurale della parola ‘Mer*a’ per sottolineare che l’insulto non è rivolto solo a me, ma a quelli come me. Sono abituato a questo genere di attacchi razzisti, ma è la prima volta che questo tipo di attacchi attraversano la barriera della rete e tentano di invadere il mio spazio personale. Ma è evidente che il clima politico che si è instaurato nel paese, fa pensare a questi minus habens di poter rimanere impuniti, di avere “il c*lo parato” (o vogliamo fare finta che non sia così?). Ma io non ho paura dei razzisti e nessuno deve averne. Mai più”.