Fiorenza De Bernardi, prima donna di linea nella storia dell’aviazione italiana, ha dovuto combattere a lungo per imporsi in un ambito lavorativo caratterizzato prevalentemente da uomini. Al suo esordio rappresentava realmente una mosca bianca poichè negli anni Sessanta le donne pilota rappresentavano appena lo 0,8%. “Subito mi hanno chiesto se volessi indossare i pantaloni o la gonna. Ho risposto che preferivo la gonna perché volevo essere sicura che anche da lontano si vedesse che c’era una donna”, raccontò Fiorenza in una intervista riportata da Vanity Fair. Il suo ambiente continua ad essere ancora declinato al maschile, da qui il messaggio che la De Bernardi ha voluto rivolgere alla giovane futura pilota: “Non ti spaventare mai. Devi sempre pensare che devi essere meglio di un uomo”. Fiorenza deve soprattutto alla sua famiglia, a partire dal padre, la sua splendida carriera: “Devo ai miei genitori la possibilità di avermi lasciata libera nelle mie scelte”, ha spiegato. Un padre celebre nel suo ambito e divenuto in breve il suo istruttore più severo. “Mentre atterravo dopo il primo volo mi domandavo cosa mi avrebbe detto. Invece era felice perché gli avevo evitato quel momento difficile che l’istruttore ha sempre quando deve scendere e dire “adesso vai”. Io l’avevo fatto da sola”, ha aggiunto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA PRIMA DONNA PILOTA IN ITALIA A LE RAGAZZE

Fiorenza De Bernardi, la prima donna pilota di aerei di linea in Italia sarà una delle protagoniste de Le Ragazze, la trasmissione di Raitre in onda nella serata odierna. La passione per il volo le fu trasmessa dal padre Mario De Bernardi, vero pioniere dell’aeronautica militare e seguendo le sue orme decise di intraprendere la medesima carriera, sebbene ciò, negli anni Cinquanta, non fosse affatto semplice soprattutto per una donna. Figlia d’arte, dunque, dotata di grande personalità Fiorenza rappresenta una di quelle donne difficili da dimenticare per le sue gesta ma soprattutto – ed ancor prima – per la sua tempra. Nata a Firenze il 22 maggio 1928 la De Bernardi riuscì ad imporsi in un mondo caratterizzato dalla grande diffidenza maschile. Ben presto però, i suoi colleghi dovettero ricredersi e Fiorenze riuscì non solo a farsi rispettare ma anche a diventare un esempio per molte altre donne che in quegli anni e poi ancora a venire decisero di intraprendere la sua stessa carriera. Il primo di tre brevetti di volo lo ottenne nel lontano 1951, mentre il suo esordio come aviatrice avvenne nel ’67 presso la compagnia Aeralpi grazie anche all’interessamento del generale Garetto.



FIORENZA DE BERNARDICHI E’? LA SUA CARRIERA

Furono numerosi i velivoli che nel corso della sua lunga carriera riuscì a pilotare Fiorenza De Bernardi. La donna passò infatti dal turboelica turboelica Twin Otter, al trimotore Yak-40 fino al quadrimotore DC 8. In tutto registrò ben 6500 ore di volo. A causa di un incidente in automobile la donna fu costretta ad andare in pensione prima del tempo diventando però presidente dell’Associazione Donne dell’Aria (ADA). Grazie agli anni trascorsi in volo, è inoltre anche vice-presidente della Federazione Pilote Europee nonché membro delle 99, celebre associazione a livello internazionale alla quale prendono parte tutte le donne che, esattamente come lei, sono rimaste affascinate dal mondo dell’aviazione a lei tanto caro. La De Bernardi è anche membro della ISA, l’Associazione Internazionale delle Pilote di Linea. Oggi, a quasi 91 anni Fiorenza si porta dietro un bagaglio ricco di esperienza e ricordi e continua ad essere una leggenda per le migliaia di pilote europee e mondiale alle quali ha aperto la strada (la donna fu la quarta al mondo a diventare pilota, anche le americane arrivarono dopo di lei).



IL PADRE MARIO L’ISTRUTTORE PIÙ SEVERO

In una passata intervista rilasciata al Corriere della Sera, Fiorenza De Bernardi aveva rivelato di non volare più: “Ho chiuso, non mi piace farmi trasportare come un sacco di patate”. Il suo grande sogno da bambina non aveva molto a che fare con il volo: “sognavo di comprarmi una baita in Trentino e vendere salsicce. Poi, però, mio padre…”. Mario De Bernardi divenne per lei il suo “istruttore più severo. Mi chiudeva l’indicatore di velocità e l’indicatore di quota perché, diceva, devi saper atterrare anche senza gli strumenti: l’aereo, devi sentirlo con il sedere”. Il giorno del suo primo decollo però, non lo avvisò: “Volevo risparmiargli il momento più difficile per un istruttore: quando l’allievo finalmente parte da solo”. Verso la fine degli anni Sessanta, Fiorenza brillava tra gli aviatori ma non nelle compagnie aeree, soprattutto nei confronti dei colleghi uomini: “Finché li affrontai in romanesco: ecché, annate a magnà? Bene, vengo con voi. A mensa, chiarii: guardate che sono qui e ci resto. Da quel momento tutto si sistemò”. Per divisa pretese però di indossare la gonna: “Perché si vedesse da lontano che ero una donna”, rivelò.