Marina Di Guardo oltre ad essere la mamma di Chiara Ferragni è anche una valida scrittrice. “La memoria dei corpi” è il suo secondo libro edito da Mondadori che parla di una campagna piacentina dove da anni scompaiono delle donne. Il mistero fatica ad essere svelato e la vita di un avvocato s’intreccia con la vicenda, dopo aver lasciato la professione per ritirarsi nella villa di famiglia. Intervistata per La Stampa, la donna spiega di avere sempre avuto la passione per la scrittura, fin da quando era molto piccola: “Ricordo che un mio tema in terza media venne letto in classe: mi emozionò vedere i miei compagni ascoltare attenti. Avendo tre figlie, ho potuto coltivare questa passione solo in maniera discontinua. Poi, spronata anche da loro, ho scritto il primo romanzo, L’inganno della seduzione, per una piccola ma seria casa editrice siciliana. Poi è arrivato il secondo libro, il passaggio a Feltrinelli e quindi a Mondadori”.
Marina Di Guardo: “Essere mamma di Chiara Ferragni? Non solo vantaggi…”
L’amore per il noir e il thriller l’ha portata a mettersi in gioco: “Non credevo di avere la tecnica necessaria per scriverli. Ma dopo avere scritto una conclusione molto noir del secondo romanzo, sono stata incoraggiata. Soprattutto da Sergio Altieri, scrittore e traduttore di George Martin del Trono di Spade e direttore dei Gialli Mondadori. Mi piace stupire e costruire finali che spiazzino il lettore”. Nel nuovo romanzo di Marina Di Guardo, ci sono molte scene di sesso, descritte con minuziosa attenzione e dovizia di particolari. La mamma della Ferragni, confida anche di non sentirsi in imbarazzo nel sapere che questi dettagli verranno letti anche da persone a lei care: “Quando scrivo mi sento libera. In questa storia le scene di sesso e di vicinanza fisica ed emotiva sono necessarie. Descrivono il carattere, le paure, le idiosincrasie dei personaggi. È un valore aggiunto, non pruderie”. In ultimo, la domanda di rito: essere la mamma di Chiara Ferragni comporta più vantaggi o svantaggi? “Entrambi” risponde lei, poi approfondisce la questione: “Perché se all’inizio mi ha dato più visibilità, poi ho dovuto fare i conti con il pregiudizio: pubblichi perché sei la mamma di. Un ragionamento assurdo perché se io avessi voluto sfruttare mia figlia, mi sarei dovuta occupare di moda. Ci sono signore della mia età che fanno le influencer. Io invece ho scelto un mondo difficile come quello della letteratura, nel quale Chiara non può davvero aiutarmi”.