Il clima (dove per clima qui intendiamo il meteo, ma vedrete… non solo) di questi ultimi giorni è davvero mutevole. Gelo la mattina, temperatura quasi gradevole nel pomeriggio. Risparmiandovi i soliti luoghi comuni sulle stagioni che non sono più quelle di una volta (ma anche una volta il tempo non era più quello della volta prima, in una sorta di spirale che, avvolgendosi su se stessa, si perde nelle nebbie di un incerto passato… che forse, non esistono più nemmeno i passati di una volta…), è evidente che pretendere stabilità a febbraio è come chiedere a Barbara D’Urso di essere meno trash o a Maria De Filippi di adottare un tono di voce più suadente. Oppure ancora, indirizzandoci a questioni decisamente più importanti, come sollecitare il Pd a una linea politica comprensibile e coerente, o Berlusconi a stare a casa propria a godersi la pensione; oppure ancora auspicare che il Movimento 5 Stelle non cominci a praticare la logica delle correnti.
Lettori sparuti… cos’è quell’espressione basita sui vostri volti, perché le vostre sussidiarie facce sembrano scolpite in una smorfia apparentemente a metà del guado, tra il disgusto e lo sbigottomento. Starete mica pensando: ma come??? Le correnti??? Di nuovo??? In piena Terza Repubblica??? Pure loro???
Scendete pure dal pero della vostra innocenza, amici! Ebbene sì, il voto sul caso Diciotti ha sparigliato le carte del movimento, ma soprattutto ha fatto emergere spiacevoli malumori, sassolini nelle scarpe che nessuno immaginava e che alla luce del doppio voto alle regionali in Abruzzo e in Sardegna ci si appresta a levare, una maretta che se prima se ne stava sopita in attesa degli eventi, ora esonda prepotentemente nelle discussioni, tra la piattaforma Rousseau e i pissi pissi bao bao di molti parlamentari non entusiasti del quesito che, ricordiamo, suonava così: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?
– Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere
– No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere”.
Hanno prevalso, come ben si sa, i sì. Ma il vero vincitore è stato il malumore, quando non la frammentazione dei giudizi. E infatti le prime crepe (di quale entità, lo scopriremo da qui alle prossime europee) che questa scelta ha provocato stanno lentamente ma inesorabilmente facendo capolino nella struttura pentastellata. Sembrerebbe che il vecchio e anonimo adagio lombardo “Cent co, cent crap; cent cu, dusent ciapp” (che si traduce “cento menti, cento teste”, la seconda parte la lasciamo al vostro folgorante intuito) la faccia da padrone in quel di via Nomentana, sede romana del Movimento 5 Stelle. A fatica persino gli osservatori politici più attenti e scrupolosi sono riusciti a dipanare la matassa e indicare una precisa serie di correnti con le quali Grillo, Casaleggio, lo stesso Di Maio e il resto della truppa dovranno fare i conti da qui alle prossime scelte alle quali il governo gialloverde sarà chiamato. Vediamole insieme.
Di Maioisti. Sono gli scrupolosi sostenitori di sinistra del vicepremier. Sono incaricati di raccogliere i discorsi più importanti del loro leader, che verranno poi raccolti in un pamphlet. Il titolo? “Il Libretto Rosso Di Maio”.
Divanisti. Sono i sostenitori di centro del vicepremier: si chiamano così perché sono soliti occupare il posto centrale di un divano, qualunque esso sia e ovunque esso si trovi, in attesa di ricevere ogni mese dalle mani del lorovenerato Di Maio i 780 euro del reddito di cittadinanza.
StraFichi. Vestono con eleganza, barba sempre ben rasata, erre moscia, come il pensiero (moscio). Sono la corrente che fa capo al presidente della Camera, Roberto Fico. Su Rousseau un sondaggio online tra gli iscritti per far nascere la componente femminile del gruppo ha ottenuto il 124,7% di sì.
Dibbattuti. I seguaci di Alessandro Di Battista: amano dibbattere su ogni argomento.
Criminologi. Il loro nume tutelare è il senatore Vito Crimi. Sono tutti abbonati a Sky, si guardano voracemente, per ore e ore, tutti i canali Crime, convinti che siano dedicati al loro leader di riferimento. Amano fare indagini approfondite e soprattutto… vedono complotti dappertutto.
Grilletti. Sono i supporter più giovani e scalmanati di Beppe Grillo, gli unici ormai disposti a dar seguito alle uscite dell’ex (ex?) comico genovese. Come il loro capo, le sparano a raffica. Su ogni cosa.
Toninullafacenti. Sembra il nome di una band degli anni Settanta, in realtà sono gli amici aTAVici di Danilo Toninelli. Lo seguono quando visita i cantieri della TAV, quando si siede a TAV-ola per cenare, quando gioca a tennisTAVolo con gli amici o quando va in vacanza nel TAV-oliere delle Puglie. Non sono mai all’opera, eppure li vedi sempre indaffarati in inutili ed estenuanti analisi costi-benefici.
‘Bboni. Hanno fede solo in Alfredo Bonafede e sono assolutamente bonafedeli al loro capo…
33 Trentine. E’ l’unica corrente interamente femminile del M5s: arrivano tutte dalle valli dolomitiche, sono poco più di trenta e fanno riferimento al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta.
Tavernicoli. Sono il servizio d’ordine del Movimento 5 Stelle, rispondono direttamente alla vicepresidente del Senato, Paola Taverna, quella che ama definire i dissidenti interni “una pletora di miserabili”. Un po’ rozzi e semianalfabeti, questi energumeni hanno il compito di sedare ogni forma di dissidenza interna. Più che sulla piattaforma Rousseau è facile trovarli sulle piattaforme elevatrici dei cantieri.