Carlo Conti è il re Mida della Rai, capace di trasformare in un successo tutto ciò che tocca. Negli ultimi anni, tutte le sue trasmissioni hanno assicurato alla Rai grandi ascolti: da Tale e Quale show, trasmissione tra le più amate dal pubblico italiano, a La corrida che ha riportato su Raiuno ottenendo un buon riscontro di pubblico e critica. Professionale, serie e molto amato dai telespettatori, la vita di Carlo Conti, senza un pizzico di follia, non sarebbe stata la stessa. Da sempre innamorato della radio e del mondo delo spettacolo in generale, di fronte alla mancanza di vere opportunità per sfoggiare il proprio talento, accettò un lavoro in banca. Un posto sicuro, a tempo indeterminato di quelli che tanti giovani oggi sognano. “Il mio babbo è morto quando avevo 18 mesi e la mia mamma si è dovuta rimboccare le maniche: ha dedicato la sua vita per far sì che avessi quel benedetto foglio di carta. Dopo il diploma e l’assunzione in banca a tempo indeterminato era la donna più felice del mondo, aveva raggiunto lo scopo della sua vita”, racconta al Corriere della Sera. Quella vita d’ufficio, però, stava stretta all’artista Carlo Conti che, dopo tre anni, nonostante la disapprovazione della madre, decise di dare una svolta alla propria vita lasciando il lavoro in banca per cercare di realizzare il suo grande sogno.
CARLO CONTI: “LA TV NON È UN LAVORO, MA UN HOBBY”
Dopo il licenziamento, Carlo Conti cominciò a lavorare seriamente in radio. Da lì al successo in tv fu un percorso naturale. spigliato, preparato e simpatico al pubblico, Conti comincò la sua carriera in Rai prima con i programmi pomeridiani, poi con la prima serata fino ad arrivare al palco del Festival di Sanremo. In tv ha trovato finalmente se stesso e la possibilità di mettersi sempre in discussione. «L’unico momento un po’ ripetitivo è quando fai un programma quotidiano, ho condotto per 14 anni L’eredità e una parte di routine è innegabile. Ma anche in quel caso c’erano sempre due variabili. Quella dei concorrenti: ogni giorno scopri un mondo nuovo; e quella delle domande: un’opportunità per imparare tante cose nuove», spiega il conduttore che poi svela di non considerare la televisione un lavoro – «Fare tv per me non è un lavoro: quando il tuo hobby diventa il tuo mestiere è il massimo. Vengo da 19 date a teatro con i miei amici fraterni Pieraccioni e Panariello: zero stanchezza, solo divertimento».