Milly Carlucci intervistata in esclusiva per Il Fatto Quotidiano da Giuseppe Candela, parla naturalmente della nuova edizione di Ballando con le stelle 2019, che tornerà su Rai1 tra circa un mese (il 30 marzo). La conduttrice, ha dovuto faticare molto per dimostrare il suo talento in televisione: “Ho dovuto faticare per convincere la mia famiglia, mio padre è stato un oppositore granitico di questa mia scelta. A distanza di anni, essendo genitore anch’io, mi rendo conto che per un padre la preoccupazione era legittima. Ero brava a scuola, avrebbe voluto che io facessi il magistrato e vedeva nello spettacolo una cosa aleatoria”. Poi la chiamata di Renzo Arbore cambia tutte le carte in tavola: “Ha totalmente cambiato la mia carriera, io gli devo tutto. Gli ho sempre detto che è il mio pigmalione, mi ha cambiato la vita perché se non lo avessi incontrato avrei continuato gli studi in architettura”. Dopo Ballando, arriverà anche una nuova sorpresa per il pubblico, qualcosa di molto differente dalle sue comuni “corde”, ma di questo vuole parlare solamente nei prossimi mesi.
Ballando con le stelle: Milly Carlucci invita Maria De Filippi
La 14esima edizione di Ballando con le stelle 2019 in partenza, si presenta già con la partecipazione di Antonio Razzi, Milly Carlucci però, non conferma l’indiscrezione. Nemmeno una parola anche dopo avere pronunciato i nomi di Manuela Arcuri e Milena Vukotic, presumibilmente nel cast: “Non posso confermare nulla, sicuramente sono nomi che mi piacerebbero”, rivela. E se lo scorso anno si era parlato di Barbara d’Urso come ballerina per una notte, questa volta non accadrà: “Sinceramente non credo!”, rivela. Saltata anche la presenza di Giovanni Ciacci: “C’è un problema burocratico con la Rai, una questione contrattuale. Sono cose che vanno al di sopra di lui e di me”. E sulla possibilità di avere Maria De Filippi come ballerina per una notte, racconta: “Non ho ancora ricevuto risposta ma spero sia positiva. Mi piacerebbe averla come ballerina per una notte, se siamo entrambe in diretta possiamo fare un collegamento tra Rai1 o Canale 5 oppure una registrazione. Questa idea della “guerra” piace tanto ai giornalisti ma forse anche al pubblico”.