Maria Luisa Iavarone è una delle protagoniste della nuova puntata de “Le Ragazze“, il programma condotto da Gloria Guida e trasmesso domenica 3 febbraio in prima serata su Rai3. Tra le diverse storie al centro della puntata ampio spazio sarà dedicato a quella di Maria Luisa Iavarone, professoressa napoletana che da tantissimi anni si impegna ad insegnare a ragazzi che vivono nelle zone più difficili di Napoli. Quegli stessi ragazzi che nel 2017 hanno ferito con un coltello il figlio Arturo lasciandolo agonizzante sull’asfalto. Il ragazzo è riuscito a salvarsi e la madre ha deciso di trasformare questo fatto doloroso in forza diventando testimone di legalità nelle scuole di Napoli.



Chi è Maria Luisa Iavarone

Docente di Pedagogia presso l’Università Parthenope di Napoli, Maria Luisa Iavarone oggi è un simbolo per la città di Napoli e per tutte quelle donne che hanno visto morire i propri figli. Un simbolo di una donna che ha deciso di reagire e di combattere contro i soprusi , contro le baby gang e non solo. “Viviamo in un società malata nella quale c’è una rabbia sociale fuori controllo. Pensi ai drammi del femminicidio, della violenza per strada, del bullismo” ha dichiarato durante una delle tante interviste rilasciate. Le parole della donna sono mirate e colpiscono la società moderna in cui viviamo: “una società che si nutre del possesso e del dominio dell’altro, spesso in una logica di prevaricazione. Dobbiamo andare in un’altra direzione: pensi alla famiglia, ad esempio. È una cellula che deve essere nutrita, curata, protetta. Viviamo invece in una società che si svuota della cura, della protezione e della relazione con i propri familiari. Perciò l’8 marzo è un giorno simbolico per ricordarsi delle donne e di tutti coloro che subiscono violenza”.



Maria Luisa Iavarone: “Dobbiamo educare bambine e bambini al reciproco rispetto”

“La violenza è marcia, putrida, fradicia” con queste parole Maria Luisa Iavarone ha preso parte ad un’iniziativa organizzata a Napoli a favore delle donne vittime di violenza. Una lunga marcia partita da Scampia a cui hanno partecipato donne grandi e piccoli, ma anche giovani, adulti e ragazzi. Tutti pronti a far ascoltare la propria voce: “se il tuo dolore non lo tieni a casa tua ma lo porti in piazza, lo urli, lo manifesti alle istituzioni sei scomoda” ha detto la Iavarone. La professoressa non nasconde di essere stata minacciata pubblicamente da uno dei minorenni coinvolti nel ferimento del figlio Arturo, ma Maria Luisa non ci sta e continua la sua battaglia. L’obiettivo finale è quello di puntare sull’educazione: “Dobbiamo educare bambine e bambini al reciproco rispetto, sin da piccoli. Bisogna fermare sul nascere giudizi e pregiudizi che altro non sono che forme di violenza psicologica nei riguardi di chi è in una situazione di subalternità”.

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