«Lo guardo sempre, è una festa italiana alla quale non si può mancare»: così esordisce Gigliola Cinquetti sul Festival di Sanremo 2019 nella lunga intervista rilasciata a La Verità, con la cantante che ha parlato della nuova edizione della kermesse canora ma non solo. Prosegue l’artista: «Il Festival è un’ espressione del modo di fare televisione oggi. Mi interessa il linguaggio televisivo perché la tv ha formato e condizionato la mia generazione. Poi, sebbene sia stata data per morta tante volte, tuttora dà contenuti agli altri media». Una battuta sullo scontro Baglioni-Salvini sui migranti: «Non mi ha sorpreso. È il solito copione del Festival. Ma va bene così, non voglio aggiungere nulla. Migranti il tema centrale? Non lo posso prevedere, ma temo di sì. Personalmente ho troppo rispetto per la drammaticità di questo tema per pronunciarmi mentre tutte le posizioni sono già in campo. Credo ci sia bisogno di un po’ di silenzio. A volte mi auguro che, mentre tutti parliamo, ci siano quelli che lavorano per risolvere davvero i problemi».
GIGLIOLA CINQUETTI: “SE MI INVITASSERO, ANDREI ALL’ARISTON CON PIACERE”
Gigliola Cinquetti ha vinto due volte il Festival di Sanremo e si è espressa così sul possibile ritorno all’Ariston: «Se m’ invitassero ci andrei con piacere. Vado nei teatri di mezzo mondo, andrei molto volentieri anche all’ Ariston». Il successo raggiunto a 16 anni: «Fu una deflagrazione. Un exploit difficile da gestire. In controtendenza rispetto alla narrazione sui cantanti di successo, ho sempre pensato che ciò che conta sia il prima e non il dopo. Quello che precede è decisivo per restare sé stessi e non bruciarsi. È l’ anonimato che costruisce le premesse del successo». Un retroscena su Non ho l’eta: «Se è vero che non volevo interpretarla? È vero. Ero orientata ad altre cose. Per quella sensibilità di cui parlavo prima, al Festival di Castrocaro avevo scelto Le strade di notte di Giorgio Gaber. Non ho l’ età era legata ai miei 16 anni, ma allora non mi faceva né caldo né freddo. Le emozioni me le dà adesso, quando in un teatro di Tokio 2.000 persone me la cantano in coro. Il nostro mestiere è così: a volte trasmetti un’ emozione che poi ti ritorna centuplicata. Il pubblico ha molto potere quando dice la sua opinione, anche se va contro la tua».