«Non sono un santo, ma neanche un orco o Barbablù. Non voglio certo sembrare un martire, magari sono stato superficiale e imprudente, ma non sono mai stato a letto con una donna che non fosse ampiamente consenziente»: Fausto Brizzi torna a parlare dopo 14 mesi di silenzio, 14 mesi in cui è stato al centro dello scandalo molestie. Recentemente sono state archiviate le accuse di violenza sessuale avanzate da alcune attrici, ma lo scontro con Le Iene è tutt’altro che finito: «Mi hanno chiesto di rispondere pubblicamente e non l’ho fatto? Invece sì, ho risposto, ma non in tv, dove non andrò mai se non a parlare di un mio lavoro. I processi non si fanno nei talk show, ma in tribunale. Quando è uscito il mio nome ho detto al mio avvocato di far sapere che ero disponibile a essere ascoltato in qualsiasi momento. Quando sono stato interrogato, ho messo a disposizione il mio telefono e ho consentito l’accesso ai miei dati, alle mie mail e alla mia sfera privata in assoluta trasparenza e buona fede. Quei messaggi dimostravano, insieme ad altri elementi inequivocabili, che il mio comportamento era sempre stato più che corretto», le sue dichiarazioni ai microfoni di Vanity Fair.



FAUSTO BRIZZI: “IO CAPRO ESPIATORIO DI UN INTERO AMBIENTE”

Prosegue Fausto Brizzi, parlando di come è stato trattato il caso dai media: «I giornali titolavano: “Brizzi è un mostro”, sui social network mi insultavano tutti i giorni, sulle poltrone di note trasmissioni tv, gente che non avevo mai visto in vita mia si dava il cambio per dire: “è innocente” o “è colpevole”. Ma in base a cosa? Al gradimento o meno dei miei libri e dei miei film? (…) La tv era diventata un ufficio di collocamento. Chiunque, per ottenere il suo quarto d’ora di celebrità, passava e raccontava una storia su di me. Ero diventato il capro espiatorio di un intero ambiente». Prosegue il regista, che tornerà in sala il 21 febbraio con Modalità aereo: «La molestia è una cosa seria in molti ambiti di lavoro, compreso ovviamente il mio, ma è un argomento che andrebbe trattato nei tribunali seguendo le leggi dello Stato e non quelle degli indici d’ascolto o dell’opinione pubblica. Trovo sbagliato e controproducente che argomenti così delicati, nei quali è fondamentale capire se ci sia stata effettivamente una coercizione oggettiva, un ricatto o una situazione di subordinazione reale, vengano trattati con la logica del tifo che si nutre di pregiudizi».



FAUSTO BRIZZI: “HO PENSATO A UNA MANINA…”

Fausto Brizzi poi tiene a precisare: «Di mestiere faccio lo scrittore e conosco bene la differenza tra un sì e un no. Vedere alcune ragazze che avevano un ruolo, grande o piccolo che fosse, nella mia vita, sostenere che non fossero state con me per loro volontà mi ha lasciato sgomento. Mi sono trovato a parlare da solo. “Eh? Cosa? Ma che state dicendo?”». Che cosa si rimprovera? «Come ho detto, ho capito che sono stato leggero e superficiale e che qualche situazione avrei dovuto evitarla. Sicuramente non ho mai forzato nessuna ragazza e non mi sono neanche mai denudato senza permesso. Se non altro, per rispetto del ridicolo involontario. Ho compiuto degli errori e li ho compiuti soprattutto con Claudia. Ha sofferto molto e, quando la bufera è passata, ci siamo lasciati». Infine, una battuta su un disegno creato contro di lui: «Se ho pensato a una manina? Ci ho pensato eccome. Non ero in una vera posizione di potere e non tenevo in mano Hollywood, ma un ruolo, anche politico, all’epoca lo avevo. Io il regista delle Leopolde di Matteo Renzi? Questo l’ha detto lei, io ho detto fin troppo».

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