Si chiama “Soldi” il brano con il quale Mahmood ha esordito sul palco del Festival di Sanremo 2019. Esibizione perfetta e priva di errori per giovane il trapper, che nel suo brano unisce tutto il suo stile con influenze di musica elettronica, reggae e atmosfere orientali. D’altra parte è l’anno del trap, che proprio sul palco dell’Ariston oggi trova una delle sue massime espressioni. A impreziosire la sua performance l’esibizione dell’orchestra, che ha accompagnato l’esecuzione battendo le mani. Sui social, intanto, il pubblico sembra aver apprezzatola sua musica e sono in molti a pensare che, nonostante il trap, la sua proposta meriti un posto nei brani più interessanti di questa puntata. In attesa di scoprire come reagirà la giuria di fronte al suo brano, a questo link vi segnaliamo il video della sua esibizione sul palco dell’Ariston. (Agg. di Fabiola Iuliano)



“UN VAFFA GENERAZIONALE”

I media non si sono ancora messi d’accordo: Mahmood o Mahmoud? Una cosa è sicura: Alessandro nato a Milano è figlio di madre italiana e padre egiziana, un bell’esempio di multiculturalità come dovrebbe diventare tutta la società italiana. A dicembre scorso ha stupito tutti vincendo nella categoria Sanremo giovani con il brano Gioventù bruciata. E a Sanremo 2019 si presenterà col brano dal titolo “Soldi“. La sua preparazione musicale è seria, prende lezioni infatti di teoria e canto lirico dal maestro Gianluca Valenti e a 19 anni comincia a frequentare corsi di pianoforte. Comincia a comporre e a incidere. Nel 2018 è autore del brano “Sobrio” (feat. Elodie) contenuto nell’ultimo album di Guè Pequeno dal titolo “Sinatra” e, con Dario Faini, del brano vincitore del Disco di Platino “Nero Bali” cantato da Elodie e Michele Bravi. Il 21 Settembre 2018 è uscito il suo primo EP “Gioventù bruciata” (Island Records).



LA PERSECUZIONE DEI GAY IN EGITTO

Sebbene nel paese di suo padre sia stato solo due volte e dica di non conoscere una parola di arabo, Mahmood segue molto da vicino quello che succede in Egitto. Come la persecuzione dei gay: “Sono molto legato a quelle terre, pur non essendoci andato moltissime volte. Mi sento così impotente. Posso solo sperare che la situazione migliori, sia in Egitto che in tutti quei Paesi in cui vi è una disparità”. Ma non ne fa una battaglia ideologica, ad esempio nel caso di quei cantanti gay che non hanno coraggio di dichiararsi: “Apprezzo molto gli artisti che hanno avuto il coraggio di dichiararsi in pubblico, ma non giudico minimamente chi ancora non ha avuto la forza. Penso ognuno debba dichiararsi quando meglio crede. Quando pensa che sia il momento più opportuno. Come tutti”.



SOLDI, IL TITOLO DELLA CANZONE DI MAHMOOD A SANREMO 2019

Il brano che Mahmood presenta a Sanremo 2019 ha un titolo già significativo, ma ancor di più è il contenuto lirico. E’ una canzone provocatoria, che attacca i padri di origine islamica tra “champagne sotto Ramadan”, “finto tradizionalista”. E sì, perché di ipocrisia nel mondo musulmano ce ne è tanta. Il giornalista Marco Mangiarotti ha definito questa canzone un “vaffa generazionale di un figlio libero e occidentale”. Aprirà polemiche, ma è anche il segno di una onestà coraggiosa, sapendo come certi islamici si offendono a essere giudicati e criticati, speriamo non ci siano conseguenze per lui. Di sicuro è il segnale di come la nuova generazione di figli di immigrati voglia inserirsi, anzi si senta parte della cultura che li ha accolti e non temano di dirlo apertamente.