Un grido di speranza quello lanciato da Simone Cristicchi dal palcoscenico della 69esima edizione del Festival di Sanremo 2019 con il brano “Abbi cura di me”. Una preghiera universale che arriva al cuore e che ha coinvolto tutto il pubblico dell’Ariston che sul finale ha urlato “bravo, bravo, bravo”. A distanza di dodici anni dalla prima vittoria con “Ti regalerò una rosa”, Cristicchi è tornato in gara con una canzone d’autore, una poesia in cui parla di “fragilità, di debolezza” ma che al tempo stesso ha una grande forza emotiva. “E’ leggera come una piuma e potente come una tempesta” – ha raccontato l’autore sul brano – “credo che sia il frutto di una serie di domande importanti che mi sono posto, ho 42 anni e ho iniziato da qualche anno a farmi delle domande sul senso di essere su questa terra ed è uscita fuori questa canzone che si interroga sulla felicità, sulla bellezza, sul senso dell’esserci e anche sul dolore sulla sofferenza”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
SIMONE CRISTICCHI A SANREMO 2019
Simone Cristicchi
, che ha trionfato al festival di Sanremo nel 2007 con il brano Ti regalerò una rosa e ci torna per la quarta volta, è artista poliedrico. Si dedica infatti anche al teatro dove ha portato in scena opere di denuncia coraggiose come quella dedicata agli italiani profughi dell’Istria, ma soprattutto sulla malattia mentale. Ha infatti lavorato da giovane diverso tempo come volontario in un centro di igiene mentale, la cui problematica conosce molto bene. Il brano con cui vinse Sanremo infatti parlava proprio di un ospedale psichiatrico, visto con gli occhi di un paziente. E’ felicemente sposato con Sara, di professione archeologa, da cui ha avuto due figli, della sua famiglia ha detto: “Le mie note preferite? Mia moglie Sara e i miei due figli Tommaso e Stella”.
CRISTICCHI E IL DRAMMA DEI PROFUGHI ISTRIANI
“Magazzino 18” è il titolo dello spettacolo messo in scena da Simone Cristicchi, ispirato al libro di un giornalista di origine polacca, Jan Bernas, “Ci chiamavano fascisti eravamo italiani”. L’opera è incentrata sul dramma delle centinaia di migliaia di italiani costretti dagli jugoslavi ad abbandonare la loro terra, l’Istria, quando alla fine della seconda guerra mondiale quella regione venne ceduta come ripagamento dei danni di guerra. Moltissimi di loro vennero anche uccisi dai partigiani comunisti italiani, gettati nelle foibe, fosse carsiche della regione, perché accusati di essere fascisti. agazzino 18 è un deposito tutt’ora esistente nel vecchio porto di Trieste dove furono ammassate le masserizie di quella povera gente, italiani di Capodistria, di Fiume, di Pola, di Albona, di Orsera, di Parenzo, di Rovigno, di Zara, di Spalato, di Ragusa; italiani sfuggiti alle foibe e alla ferocia dei partigiani comunisti di Tito e costretti a lasciare le loro case dopo quel 10 febbraio 1947 quando tutte quelle terre furono assegnate all’allora Jugoslavia. Per questo spettacolo Cristicchi fu criticato e accusato dagli ex comunisti italiani che ancora non vogliono riconoscere le colpe dei partigiani.
“ABBI CURA DI TE”, IL TITOLO DELLA CANZONE DI SIMONE CRISTICCHI A SANREMO 2019
A sei anni di distanza dal suo ultimo disco, Simone Critichi pubblica l’8 febbraio una raccolta in cui appaiono due inediti, uno dei quali il brano presentato a Sanremo 2019, Abbi cura di me. Così lo spiega il cantautore: “Nei versi della canzone, ricorre il tema millenario dell’accettazione, della fiducia, dell’abbandonarsi all’altro da sé, che sia esso un compagno, un padre, una madre, un figlio o Dio. Nelle mie intenzioni, questo brano vuole essere una preghiera d’Amore universale, una dichiarazione di fragilità, una disarmante richiesta d’aiuto”. Il brano è stato scritto da Cristicchi insieme a Nicola Brunialti e Gabriele Ortenzi con la produzione artistica di Francesco Musacco ed esecutiva di Francesco Migliacci. L’album “Abbi cura di te”, oltre ai successi presentati negli anni al Festival di Sanremo, ripercorrerà tutta la carriera di Cristicchi partendo dai giorni nostri fino ad arrivare agli esordi nel 2005 con il tormentone “Vorrei cantare come Biagio”.
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