Rispetto al solito, però, questa sera alle 23.55 nella trasmissione “Sopravvissute”, verrà raccontata una storia senza lieto fine: quella di Alfredo, di Foggia, un bambino, oggi uomo, che ha perso la mamma Giovanna Traiano per femminicidio quando aveva 4 anni e mezzo. Si può pensare che un’età del genere sia troppo tenera per avere ricordi nitidi della propria madre, ma per “Dedo”, come Giovanna Traiano era solito chiamare suo figlio, dimenticare il profumo della persona che lo ha messo al mondo, la sua dolcezza nel metterlo al letto, è stato impossibile. Così, allo stesso modo, il piccolo Dedo ricordava la violenza del padre: l’orco di turno che la mattina del 21 febbraio 2003 freddò la sua mamma con un colpo di pistola alla nuca.



MAMMA GIOVANNA TRAIANO UCCISA DAL MARITO A FOGGIA

Alfredo, di quel giorno che gli ha cambiato la vita, di quel giorno in cui ha perso la mamma, la persona che più lo amava al mondo, ha ben pochi ricordi. Flash, frammenti indefiniti come possono essere quelli di un bimbo di 4 anni e mezzo catapultato in una situazione scioccante, troppo più grande di lui. Durante la puntata odierna di Sopravvissute, Alfredo ripercorre quella giornata dai contorni sfumati ma tragici: passa al racconto delle sirene della polizia, dell’intera notte trascorsa in Questura, tra gli agenti chiamati ad indagare sulla morte assurda di mamma Giovanna, uccisa a colpi di pistola a soli 25 anni davanti all’esterno della chiesa della Beata Maria Vergine di Foggia. Il movente di quell’uccisione? Il solito: l’uomo non accettava che la donna, stanca dei suoi soprusi, delle botte ricevute, avesse chiesto la separazione.



ALFREDO PRENDE IL COGNOME DELLA MAMMA

Ma se la storia di Giovanna Traiano non ha lieto fine, se la donna che ha provato a ribellarsi al marito non ce l’ha fatta a sottrarsi alle grinfie dell’orco di turno, perché viene raccontata a Sopravvissute? L’interpretazione che possiamo dare è che la vita di Giovanna abbia trovato la sua prosecuzione naturale in quella del figlio Alfredo. E’ proprio lui, Dedo, il bambino cresciuto “sopravvissuto” senza l’amore della mamma, il vincitore morale di questa storia. Lui che non ha avuto dubbi nel capire quale fosse la parte giusta in questa terribile vicenda, lui che appena ha compiuto 18 anni ha fatto una scelta forte e bella: quella di rinunciare al cognome paterno e di assumere quello della mamma, Traiano, anche per onorare i nonni che lo hanno cresciuto. Oggi ha 20 anni: lavora, studia giurisprudenza e gira per l’Italia a testimoniare quanto sia assurda e ingiustificata la violenza contro le donne. Lui non solo è sopravvissuto, ha anche vinto.

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