Chi è fan dei fratelli Coen deve per forza vedere La ballata di Buster Scruggs. I brothers hanno ormai attraversato ogni genere cinematografico e vinto di tutto, Oscar, Cannes, Venezia, dove nel 2018 con questo film hanno portato a casa il premio per la sceneggiatura originale. Lo ha prodotto Netflix, inizialmente doveva essere una serie, poi i vari episodi sono stati accorpate a capitoli, come in un libro, e ne è uscito un film. Un film western, dove i vari racconti  attraversano l’epopea della frontiera: cercatori doro, diligenza, bounty killer, carovane alla conquista del west, Arizona, fuorilegge, saloon, morti violente, rapine alle banche, capestri e indiani.



Gli episodi sono sei, il primo è  quello che da il titolo al film. Un pistolero canterino con tanto di chitarra che ricorda i film degli anni ’30, spietato e invincibile nei duelli. Ma…

Near Algodones. Il secondo è il mio preferito, interpretato da James Franco, fuorilegge sfigato, che cerca di rapinare una banca nella desolata prateria, ma si ritrova appeso ad un albero per essere impiccato, ma arrivano gli indiani che lo lasciano vivo sul cavallo in ambascia, e…



Meal Ticket con Liam Neeson e Harry Melling. Impresario con tanto di carro con un artista senza braccia e gambe che recita a memoria poemi nei vari villaggi e campi di minatori. Fanno la fame, finché Neeson non vede una gallina che fa da attrazione…
All Gold Canyon. Qui abbiamo un vecchio cercatore d’oro che vanga, scava, trova e delimita un filone doro. Ma sul più bello, quando il lavoro è finito arriva un bandito che gli spara alle spalle. Il cercatore d’oro è un certo… Tom Waits.

The Gal Who Got Rattled è il quinto episodio, con tanto di lunga carovana che va alla conquista del West, famiglie, carri, e guide scout. La protagonista è una fanciulla che si ritrova desolatamente sola, e lo scout se ne innamora proponendole il matrimonio. Intanto la carovana viene assalita dagli indiani…



The Mortal Remains. Non poteva mancare la diligenza con vari personaggi che filosofeggiano sulla vita della frontiera. Forse un po’ troppo. Un trapper, due cacciatori di taglie, una beghina che non vede il marito da tre anni. E un morto sopra la testa…

È un film ad episodi molto particolare, ma resta un western fino al midollo. Diverso dal remake de Il Grinta del 2010, ma con tutte le situazioni che abbiamo visto nei film e fumetti western dall’inizio del XX secolo. C’è un piccolo però: la mano dei fratelli Coen, non tanto sulla fotografia (peraltro bella, ariosa e panoramica) e sulla regia, ma sulla scrittura. C’è il loro marchio di fabbrica di ironia surreale che diventa anche comicità, forse un po’ troppo alla Woody Allen, entrambi di origine ebraica. C’è anche del macabro, ma sempre con le suggestioni  e le trovate che i brothers hanno lasciato in quasi tutti i loro film.

I Coen sono comunque  stati furbi, hanno utilizzato come interpreti degli attori in carriera. La serie può darsi  continuerà, visto che mancano tanti argomenti appetibili del west: cowboy, mandrie, giacché blu, guerre indiane, eroi, trapper, Tex Willer, ecc…
Penultima nota. Ho lasciato in sospeso i vari racconti, vale la pena vedere il film e non spoilerare.

Ultima nota. Ben venga Netflix.