Oggi Ivana Fava ha raccontato la sua storia di “riscatto” a Caterina durante “Vieni da me”, il suo sogno di diventare carabiniere come il padre ucciso dalla ‘ndrangheta. Già nei giorni scorsi, però, la sua vicenda era stata raccontata da Io Donna, dove la tenente aveva raccontato i contorni tragici di quell’uccisione:”Fu un vero agguato in stile mafioso. Mio padre e Garofalo (collega di Antonino Fava) furono prima massacrati a colpi di mitra e poi “graziati” con gli ultimi proiettili sparati a distanza ravvicinata. Uno dei killer era addirittura minorenne”. Ivana Fava ricorda attende ancora giustizia nonostante siano trascorsi ormai 25 anni da quella duplice esecuzione criminale. Il processo “Ndrangheta stragista” è in corso: alla sbarra il boss palermitano Giuseppe Graviano e quello calabrese Rocco Filippone, accusati dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo di essere i mandanti degli omicidi di Fava e Garofalo. Ivana crede nella giustizia:”Non mi perdo un’udienza pur facendo molti sacrifici. Sento che lo Stato vincerà, questa volta”. (agg. di Dario D’Angelo)



IVANA FAVA, “CARABINIERE COME MIO PADRE”

Ivana Fava è la figlia di Antonino Fava, l’appuntato dei carabinieri ucciso dall’ndrangheta insieme al collega Vincenzo Garofalo il 18 gennaio del 1994. Da quel giorno sono passati 25 anni. All’epoca, Ivana era solo una bambina, ma da adulta, oltre a cercare giustizia per il padre, ha deciso di seguire le sue orme indossando la sua stessa divisa. Dopo aver sfogliato l’album di famiglia di Benedetta Parodi e aver raccontato la storia di Sarita Agnes Rossi, Caterina Balivo ha raccontato la storia di Ivana che, dopo aver intrapreso una strada diversa, ad un certo punto della sua vita, ha provato ad indossare la divisa dei carabinieri riuscendoci un anno fa. “Sono passati 25 anni da quel tragico evento, 25 anni senza mio padre. Non è stato semplice, mio padre è stato fedele allo stato fino all’ultimo giorno della sua vita, però era anche un padre, un uomo, un marito, un figlio, un fratello come tutti gli uomini. Era una persona che amava la vita oltre ad amare in maniera smisurata il suo lavoro. Era orgoglioso d’indossare la divisa e di essere un servitore dello Stato”, ricorda Ivana Fava.



IVANA FAVA: “PER ME NON E’ STATO FACILE INDOSSARE LA DIVISA”

Da bambina, Ivana Fava era incuriosita dal lavoro del padre. Quando gli chiedeva che lavoro facesse, lui rispondeva sempre: “io difendo le persone dalla prepotenza di altri”. Legatissima al padre, Ivana, sin da bambina, sognava d’indossare la sua stessa divisa. All’epoca, però, le forze armate non avevano ancora aperto le porte alle donne e Antonino Fava, pur essendo felice dei sogni della figlia, cercava di farle capire che non avrebbe potuto farlo. Le cose, poi, sono cambiate ed oggi, Ivana Fava, indossa con orgoglio la stessa divisa del padre. “Il mio è stato un percorso molto particolare perchè, a parte gli scogli iniziali, negli anni ho accontanto questo richiamo alle armi che avevo dentro di me e ho cercato di concentrarmi su altre realtà. Ho iniziato un percorso di studi professionali, ho conseguito una laurea in politica delle relazioni internazionali” – spiega Ivana Fava che, ad un certo punto della sua vita, ha deciso di seguire la sua vocazione – “carabiniere è un modo di essere, è una scelta di vita e questa è la mia”, conclude.

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