«Per colpa tua mio figlio è gay»: un messaggio choc postato da Tommaso Zorzi – protagonista di Riccanza, influencer e giovane stilista omosessuale dichiarato – dopo aver ricevuto a sua volta un messaggio diretto di una madre indiavolata contro di lui per aver “generato” nel figlio – secondo lei – un orientamento diverso da quello “canonico”, sessuale e comportamentale. Il messaggio choc per intero recita: «buongiorno, sono la mamma di un suo accanito seguace che da quando ha iniziato a seguirla è completamente cambiato». Ma è la parte centrale ad essere quella decisamente più “choc”: «per colpa sua mio figlio è diventato omosessuale in quanto lei sponsorizza apertamente questo stile di vita deviato e contro natura. Non ha una coscienza?», chiede imbufalita la donna salvo poi concludere «non si rende conto del danno che fa ai ragazzini che la seguono? Si faccia un esame di coscienza e si vergogni. Rovinare le famiglie in questo modo».
TOMMASO ZORZI E IL RISCHIO SOCIAL
Il commento di Tommaso Zorzi è molto semplice e praticamente “muto”: «Italia, 2019» come a dire “questo è il degrado che social e beceri commenti giungono ancora oggi, nel modernissimo 2019”. A parte che la madre degli imbecilli (in questo caso la madre della madre) è sempre incinta, in qualsiasi epoca e in qualsiasi nazione, ma di certo l’occasione può offrire uno piccolo punto di riflessione. Insultante e becero il commento di una donna che considera la diversità del figlio come qualcosa di disgustoso che possa rovinare la propria famiglia, e questo è certamente tale da quanto possiamo conoscere di una storia talmente privata da non poterne discutere molto più in profondità: resta il “problema” di esprimere al 110% ogni singolo aspetto della propria vita sui “benedetti-maledetti” social network. Il problema, a nostro modesto avviso, non è che qualche ragazzo o ragazza segua pedissequamente le “abitudini sessuali” di tal tizio o tizia famosa su Instagram, ma è proprio il fatto che non vi sia una distanza “critica” dai propri modelli di vita, chiunque essi siano. «Non sono mai stato uno che cerca il gossip e quando stavo con Marco ho capito che c’è una parte che vorrei tenere solo per me: tipo condividere l’80% della mia vita coi followers, ma lasciare che il 20 percento rimanga mio. Incluse le relazioni personali intime», lo ha detto di recente lo stesso Tommazo Zorzi in una intervista a Vanity Fair e siamo del tutto d’accordo con lui (anzi diminuiremmo di tanto quella percentuale di vita “social”). Far comprendere anche agli utenti, giovanissimi magari, che l’utilizzo dei social non può sostituire ad un rapporto costante, giornaliero, educativo, con la realtà che si ha di fronte (anche per scoprire le proprie inclinazioni e tendenze personali) è forse la vera sfida anche i prossimi anni.