Le accuse di pedofilia mosse a Michael Jackson dal documentario Leaving Neverland continuano ad aver conseguenze: Louis Vuitton ha infatti deciso di ritirare dal mercato alcuni capi ispirati alla popstar americana. L’inchiesta di Dan Reed ha acceso il dibattito mediatico, con due ragazzi (James Safechuck e Wade Robson) che affermano di essere stati molestati sessualmente dal cantante e l’azienda di moda francese ha deciso di prendere posizione: nella sfilata dello scorso gennaio, infatti, lo stilista e direttore creativo Virgil Abloh aveva affermato di essersi ispirato proprio a Jacko. A due mesi di distanza, dopo la deflagrazione della bomba Leaving Neverland e il tam tam sui social network, Louis Vuitton ha deciso di ritirare la collezione su Jackson solo dal mercato americano.



LOUIS VUITTON – MICHAEL JACKSON: LE ULTIME

Non si tratta della prima “messa al bando” di Michael Jackson: in Canada e in Nuova Zelanda le sue canzoni sono state cancellate dalle stazioni radiofoniche, così come per la Bbc. Virgil Abloh ha commentato: «In questa sfilata ho inteso fare riferimento a Michael Jackson come artista e protagonista della cultura pop. Ho fatto riferimento solo alla sua vita pubblica, di cui sappiamo tutto, e all’eredità che ha lasciato come artista, che ha influenzato un’intera generazione di artisti e stilisti. Mi rendo conto che, dopo la messa in onda del documentario, la sfilata ha causato reazioni emotive. Condanno con forza ogni forma di abuso sui bambini, di violenza e di violazione dei diritti umani». Come riporta Il Sole 24 Ore, il presidente e amministratore delegato di Vuitton Michael Burke ha aggiunto: «Le accuse mosse dal documentario sono secondo noi gravi e inquietanti. La sicurezza e il benessere dei bambini è prioritaria per Louis Vuitton. Il nostro impegno per difendere questa causa è massimo».

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