Martedì 19 marzo Nove dedicherà la serata al documentario Leaving Neverland, lasciando spazio alle dichiarazione di Wade Robson e James Safechuck che racconteranno il loro legame con Michael Jackson e le molestie subite dal famoso cantante scomparso nel 2009. Wade Robson, in particolare, aveva appena 7 anni all’epoca dei fatti. Era diventato amico di Jacko perché affascinato, come la sua famiglia, dalla vita fiabesca del cantante famoso in tutto il pianeta. Dopo la morte di Jackson Robson, coreografo oggi 36enne, ha portato alla luce le accuse contro quello che definisce il suo molestatore. Nel 2013 ha esposto una denuncia per abusi ai danni del cantante, supportato, un anno dopo, da James Safechuck. Le cause sono state rigettate, ma ora i ragazzi hanno deciso di raccontare tutta la loro verità davanti alle telecamere del documentario. Saranno svelati gli abusi subiti a Neverland, in quelle stanze segrete nascoste agli occhi di tutti, e nell’appartamento della popstar a Century City, in California.



Gli effetti di Leaving Neverland

Il racconto di Wade Robson, così come quello di James Safechuck, in Leaving Neverland è serrato e toccante. Alcuni dettagli raccontati dalle vittime della violenza di Michael Jackson sono a dir poco sconvolgenti. Si parla di abusi perpetrati dalla popstar ai danni di Wade e James, allora solo dei bambini, mentre la mamma dormiva nella stanza accanto. Le rivelazioni sono così forti da aver avuto ripercussioni ovunque, soprattutto tra gli accusatori del cantante, che sono tornati alla ribalta dopo un silenzio che, dopo il 2009, si era fatto giorno dopo giorno avanti e aveva prevalso, fino ad ora, sul tumulto delle accuse e delle polemiche. Dalla tv al mondo della moda, la reazione è stata quella di fare un passo indietro rispetto a tutto ciò che ha a che fare con Micheal Jackson. Un episodio dei Simpson di cui il cantante, in versione cartone animato, era protagonista è stato cancellato, mentre Louis Vuitton ha bloccato la linea di vestiti ispirata a Jacko e lanciata in occasione del decennale della sua morte.



Wade Robson attaccato da Aaron Carter: “Sono bugie!”

Le parole di Wade Robson in Leaving Neverland hanno suscitato reazioni piuttosto aspre tra i sostenitori della pop star. Aaron Carter, per esempio, si è rivolto a Tmz Live per difendere Michael Jackson. Le accuse, secondo Aaron, sarebbero un fake costruito esclusivamente per motivi economici. La sua rabbia è rivolta soprattutto a Robson per un tweet che lo chiamerebbe direttamente in causa nella questione degli abusi sessuali. Secondo Wade Robson, infatti, anche Carter sarebbe stato molestato dal re del pop e, addirittura, sarebbe stato sempre informato degli abusi perpetrati sugli altri bambini. Aaron, però, smentisce l’accusa e, al contrario, afferma di essere stato molto amico di Micheal quando era adolescente, di essere stato ospitato dal cantante anche per la notte, ma di non aver mai visto alcun atteggiamento inappropriato. A sostengo della tesi di Carter, che accusa sia Robson che Safechuck di essere dei bugiardi, ci sarebbe il fatto che nessuno dei due ha avuto il coraggio di farsi avanti quando Michael Jackson era ancora vivo. Nel processo del 2005, infatti, entrambi hanno negato di essere stati vittime di abusi. “Stanno calpestando la tomba di un’icona che non ha nessuna possibilità di difendersi”, ha affermato.