La primavera si apre per Stefania Pezzopane e Simone Coccia Colaiuta con una ventata di verità e giustizia. È la deputata a parlarne in questi termini sui social. Lo ha fatto pubblicando la notizia dell’assoluzione del compagno dall’accusa di tentata truffa. «Ci mettiamo alle spalle una vicenda assurda creata senza fondamento, solo per farci del male. Spero provino vergogna tutti quelli che hanno agito contro e chi ha usato questa vicenda per colpire Simone e me», il commento di Stefania Pezzopane su Instagram in merito alla sentenza. Il pm Ilaria Prezzo aveva chiesto 9 mesi di carcere per l’ex concorrente del Grande Fratello e per l’altro imputato, Ivan Giampietro. «Da innocente sono stato sbattuto in prima pagina, massacrato sui social, insultato senza ritegno. Sono felice, ho sempre avuto fiducia nella magistratura», ha dichiarato Simone Coccia Colaiuta a Il Centro. Il caso è nato dalla pubblicazione degli atti su una presunta estorsione ai danni della deputata e dell’ex presidente della Regione Gianni Chiodi.

SIMONE COCCIA COLAIUTA, TENTATA TRUFFA: ASSOLTO

Il denunciante, Alessandro Maiorano, riteneva di essere stato raggirato. Nella denuncia, di cui ha parlato Il Centro, era scritto che «il manager di Coccia Colaiuta in una telefonata del 2014 fece balenare allo stesso l’idea di sfruttare la mossa attuata dal sottoscritto (una denuncia) per spillargli denaro basando il ricatto sulla violazione della privacy posta in essere con la comunicazione a Giampietro». Nella denuncia si parla di una proposta a procedere con la stipula di un contratto «per il quale Coccia Colaiuta avrebbe dovuto fare da testimonial del sito dell’agenzia di Giampietro per 20mila euro». L’accusa sosteneva che si doveva far credere dell’originaria esistenza di quel contratto e della rescissione da parte del manager per la notizia della denuncia da parte di Maiorano contro l’ex spogliarellista aquilano. Giampietro avrebbe proposto di preparare il contratto e Coccia Colaiuta lo avrebbe invitato a sentire il suo avvocato a cui la situazione sarebbe dovuta apparire come reale. Prevedeva l’ingaggio di un testimone alla stipula del contratto. Il processo si è chiuso invece con l’assoluzione degli imputati.