Giacomo Celentano, figlio di Adriano, sogna di cantare la fede in televisione al fianco al padre. Giunto al quarto libro dal titolo “La Conversione”, si definisce tale per avere dato una stoccata al suo percorso di vita. Il 52enne, intervistato tra le pagine di Spy, ha raccontato che all’interno della sua pubblicazione, ha voluto esporre il cammino di tutti coloro che aprono le porte del cuore a Gesù. Lui ha trovato la sua strada tra musica, scrittura e, manco a dirlo, proprio la fede. Poi spiega di trovarsi in una società “scristianizzata”, soprattutto in Occidente. Proprio per questo motivo, ha voluto opporsi, proponendo il cammino di conversione. Dopo sette anni di buio, per lui è andata proprio in questo modo: “A 21 anni per diversi motivi mi allontanai da Dio. A 23, dopo il primo album prodotto da Mario Lavezzi davanti a me avevo un avvenire proficuo come cantautore, mi ammalai”. Soffriva di una insufficienza respiratoria forte e smise di cantare.



Giacomo Celentano racconta il suo rapporto con la fede

In pochi mesi, Giacomo Celentano si trovò da solo, senza fede e abbandonato dagli amici. Dopo decine di visite, ha capito che fu Dio a metterlo alla prova (questo è – naturalmente – ciò che specifica lui) in quanto i medici, dicevano si trattasse di un problema psicosomatico. Successivamente è guarito. Niente farmaci, niente terapia, niente psicologi ma solamente: “Una grazia che mi ha fatto Gesù”. Nonostante questo, incredibilmente dice di non avere la vocazione da prete: “L’evento che fece scattare la conversione fu l’incontro con Katia, che poi è diventata mia moglie”. Nel periodo della malattia, i rapporti con i genitori si fecero difficili ma oggi si sono riavvicinati accettando il suo percorso professionale. Con le sue sorelle invece, non si vedono spesso anche se si sentono e si vogliono molto bene. E di Adrian, cosa pensa? “Ho trovato il cartoon poetico e c’è tutto lo stile di papà nel trattare temi come l’ecologia, il femminicidio, la questione migranti”. “Bandito” per colpa della sua fede, continuerà a fare ciò che fa perché: “il signore mi ha donato un talento artistico che ho il dovere di condividere”.

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