Melodramma ambientato in tempo di guerra, La conseguenza racconta la storia di Rachel e Lewis Morgan, una coppia inglese che, nel 1945, si trasferisce ad Amburgo dopo la sconfitta dei tedeschi. La villa in cui si trovano ad abitare appartiene a Stefan Lubert, un architetto vedovo e padre di Freda, un’adolescente scontrosa che mal sopporta l’invasione straniera.
Lewis è un alto comandante dell’esercito inglese e, a differenza dei suoi colleghi, si comporta in modo gentile con Stefan, difendendolo anche quando la moglie non si dimostra felice di questa convivenza forzata. A sua volta, Stefan sopporta con dignità l’esproprio e mantiene le distanze, almeno all’inizio. Quando l’assenza prolungata di Lewis, impegnato negli affari militari, porta Rachel a incontrare sempre più spesso Stefan, la situazione comincia a cambiare. Dietro l’iniziale freddezza di Rachel si nasconde un dramma causato dalla guerra, un dolore che la allontana dal marito per avvicinarla a Stefan. E la convivenza forzata diventa un’occasione per affrontare i fantasmi del passato, sciogliere il gelo del cuore e andare avanti.
Basato sul romanzo The Aftermath di Rhidian Brook, il film diretto da James Kent affronta un argomento poco esplorato dal cinema, quello della sorte dei vinti. Nella storia emerge la distinzione tra i soldati imbevuti di propaganda nazista e le persone comuni che, come Stefan, hanno subito e sofferto e cercano di trovare una nuova speranza in un mondo distrutto dagli orrori del conflitto. Dalle guerre non escono vincitori, soltanto sconfitti. Per tutti resta il dolore della perdita, una sofferenza che Rachel e Stefan provano in ugual misura e che riescono ad affrontare solamente quando il pregiudizio lascia il posto all’empatia.
L’efficace e intensa interpretazione di Keira Knightley, Alexander Skarsgård e Jason Clarke rende il film emozionante anche quando rischia di assecondare troppo le regole del melodramma. In realtà, il finale è molto meno prevedibile di quanto si potrebbe pensare a metà della storia. Un cambio di direzione inaspettato permette a La conseguenza di prendere le distanze dal tema della donna che rompe le convenzioni del tempo, per sottolineare invece la necessità di perdonare se stessi e gli altri e ricominciare a vivere.
Il punto debole è forse Freda, un personaggio che sembra sempre sul punto di poter avere un ruolo importante e che invece finisce per restare piatto, funzionale al racconto principale. Va anche detto che il complesso rapporto tra i tre protagonisti domina l’intera pellicola, grazie anche ai già citati attori, perciò tutto il resto rimane sullo sfondo.
La fotografia gioca sul contrasto tra gli interni eleganti della villa e la città bombardata, dove la gente ancora cerca i resti di chi è rimasto sotto le macerie. La neve che copre il paesaggio diventa così simbolo dell’inverno dell’anima, ma, allo stesso tempo, della possibilità di rinascere, se soltanto si trova la forza di affrontare il dolore.