“Il nome della rosa“, il romanzo di maggior successo di Umberto Eco capace di vendere più di cinquanta milioni di copie in tutto il mondo, è tornato d’attualità in questi giorni per l’uscita della serie tv che vedrà protagonista anche John Turturro. La prima trasposizione in video del romanzo non è stata però per la televisione ma per il cinema. “Il nome della rosa” è stato infatti portato sul grande schermo nel 1986 dal regista francese Jean Jacques Annaud, con Sean Connery nel ruolo di Guglielmo da Baskerville e un giovane Christian Slater nella parte di Adso da Melk. Un’operazione nata progressivamente perché il successo del romanzo non è stato immediato: l’impennata commerciale ci fu a oltre un anno dall’uscita della prima edizione del libro per Bompiani, dopo il conferimento del Premio Strega che di fatto contribuì a rendere “Il nome della rosa” un best seller internazionale. L’idea della realizzazione del film, dopo la vittoria del Premio Strega 1981, partì alla fine di quell’anno e di fatto si trascinò avanti per ben cinque anni, fino all’uscita della pellicola nelle sale cinematografiche avvenuta appunto nel 1986.
UN GRANDE SUCCESSO IN EUROPA
La pellicola venne lanciata inizialmente negli Stati Uniti d’America dove inizialmente venne accolto tiepidamente, con un incasso che otterrà alla fine circa 7 milioni di dollari. Di tutt’altro tenore il successo in Europa della pellicola, molto consistente e addirittura straordinario in Italia dove divenne il film più visto della stagione cinematografica 1986/87. In totale, nel Vecchio Continente gli incassi raggiunsero i 77 milioni di dollari. La lavorazione e la scelta del cast come detto furono particolarmente laboriosi, si puntò comunque su nomi già affermati a livello internazionale e la scelta di Sean Connery come protagonista contribuì molto alla popolarità del film. “Il nome della rosa” è stato girato principalmente negli studi romani di Cinecittà, mentre le scene all’interno dell’Abbazia sono state girate presso l’Abbazia di Eberbach in Germania. Spesso si racconta come la location principale del film fosse in Puglia a Castel del Monte, in provincia di Andria: “Il nome della rosa” non è mai stato girato lì, ma il locale castello è stato d’ispirazione per la forma ottagonale della biblioteca che appare nel film.
LE DIFFERENZE CON IL ROMANZO
Umberto Eco diede il suo benestare alla realizzazione della pellicola, in cui le differenza rispetto al romano vennero sottolineate sin dai titoli di testa, nei quali è scritto non “tratto dal romanzo di Umberto Eco“, bensì “tratto dal palinsesto del Nome della Rosa di Umberto Eco“. Lo stesso Umberto Eco spiegò in questi termini la decisione: “Annaud ha deciso di definire nei titoli di testa il suo film come un palinsesto dal Nome della rosa. Un palinsesto è un manoscritto che conteneva un testo originale e che è stato grattato per scrivervi sopra un altro testo. Si tratta dunque di due testi diversi. Ed è bene che ciascuno abbia la sua vita. Annaud non va in giro a fornire chiavi di lettura del mio libro e credo che ad Annaud spiacerebbe se io andassi in giro a fornire chiavi di lettura del suo film“. Non mancano le differenze sia nella trama sia nella caratterizzazione dei personaggi, viene offerta una visione diversa della storia di Adso con la sua amante e il personaggio di Malachia viene tratteggiato negativamente al contrario del libro: il successo, nonostante quella che fu definitiva come una “semplificazione” del romanzo, fu eccellente.