C’è una vendetta saffica dietro l’aggressione a Patrizia Bonetti? L’interrogativo è stato lanciato da Dagospia, secondo cui sarebbe la gelosia il movente dell’aggressione «in salsa saffica», secondo quanto si mormora a Milano. Lo spiega Alberto Dandolo, senza però approfondire queste voci. Il riferimento è all’amicizia con Aida Yespica? L’ha definita infatti «intima» il giornalista di Dagospia. L’ex gieffina ha raccontato di aver richiesto l’intervento di uno psicologo: «Ho uno stress post traumatico». Lei però non sa spiegarsi il motivo di tutta quella violenza di cui è stata vittima. Qualche indizio lo ha dato la stessa Patrizia Bonetti: «Forse invidia, gelosia. Il mio rapporto esclusivo con Aida sta dando fastidio a molti. La felicità degli altri crea odio e cieca rabbia». Ma tocca alle forze dell’ordine fare luce sulla vicenda, sempre che sia stata fatta davvero una denuncia. Su questo aspetto non c’è molta chiarezza, anche perché la versione di Corona Magazine contrasta con quella di TvZap.

PATRIZIA BONETTI AGGREDITA: IL MISTERO SUL MOVENTE

Patrizia Bonetti ha denunciato l’aggressione subita a Milano? Stando a quanto riportato da TvZap, non risulta alcuna denuncia per l’episodio né alla polizia né ai carabinieri di Milano. Secondo la ricostruzione degli uomini dell’Arma, il 26 febbraio scorso alle ore 22 l’ex gieffina, Aida Yespica e altre due donne – sorelle tra loro (entrambe italiane) – si sarebbero ritrovate di fronte al cinema. Una di loro avrebbe apostrofato l’altra dicendole: «Hai un brutto sedere». A questo punto tra le quattro sarebbe scoppiata una lite, culminata con qualche spinta e tirata di capelli. I carabinieri sono intervenuti di fronte al cinema Odeon, ma nessuna delle quattro donne presenti ha voluto denunciare quanto accaduto. Pur ritenendo di non dover sporgere denuncia, due delle ragazze – cioè Patrizia Bonetti e una delle due sorelle – hanno insistito nel chiedere di essere trasportate in ambulanza in ospedale, che hanno raggiunto in codice verde. Una è stata portata al Fatebenefratelli, l’altra al Policlinico.