Umberto Eco è l’autore de “Il nome della rosa“, romanzo di grandissimo successo che dà vita proprio in questi giorni all’omonima serie tv. Nato ad Alessandria nel 1932 e scomparso a Milano nel 2016, Eco è stato uno dei più conosciuti intellettuali italiani, autore di saggi e studioso di linguistica e semiotica che ha influenzato profondamente l’ambiente culturale italiano soprattutto nella seconda metà del novecento. All’età di 48 anni, “Il nome della rosa” rappresentò il suo esordio nel mondo della narrativa, arrivando a rappresentare una sorta di scommessa. Dopo tanti saggi di saggi di semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia, Umberto Eco era atteso alla sua prima prova come romanziere con grande curiosità ed il successo fu enorme. La storia di Guglielmo da Baskerville e di Adso da Melk è arrivata a vendere ben cinquanta milioni di copie in tutto il mondo nel corso degli anni, un successo strepitoso se si pensa che inizialmente la tiratura fu di circa trentamila copie da parte della casa editrice Bompiani, che collaborava storicamente con Umberto Eco e che pensava alla produzione di un romanzo elitario.

UMBERTO ECO CHI E’? UN INTELLETTUALE AMATO DAI GIOVANI

Le fonti della Bompiani raccontarono come il successo de “Il nome della rosa” decollò progressivamente grazie all’assegnazione del Premio Strega, diventando nel giro di pochi mesi dopo tale conferimento un successo internazionale. Ed anche la percezione di Umberto Eco nella cultura popolare cambiò radicalmente, da professore molto legato agli ambienti accademici e universitari italiani, divenne un personaggio improvvisamente popolare, conosciuto e apprezzato dalla gente. Lui si concesse ad interviste e appuntamenti mediatici con la solita eleganza, diventando anche autore di aforsimi e citazioni particolarmente apprezzati. Soprattutto dai giovani con i quali riuscì a stabilire un rapporto empatico molto forte, tanto che spesso Eco è uno degli autori più apprezzati e citati nelle università. Negli anni Ottanta è stato molto importante il suo ruolo di promozione l’attivazione del corso di laurea in Scienze della Comunicazione, essendo arrivato a capire come questi particolari studi potessero sicuramente agevolare la comprensione dei tempi moderni, soprattutto con lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione di massa.

LO SCEMO DEL VILLAGGIO GLOBALE

Umberto Eco è stato anche un precursore nel comprendere come internet avrebbe cambiato il modo di interagire tra le persone, tant’è che non molto prima della sua scomparsa coniò una definizione molto apprezzata, quella dello “scemo del villaggio globale” che rappresentò la sua personale interpretazione dei social, anticipando quella che sarebbe stata la deriva dei commenti dei cosiddetti “haters” e della diffusione di massa delle fake news. “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.” Parole che Eco diffuse col consueto pizzico di ironia ma senza lesinare severità verso fenomeni che nel giro di pochi anni sarebbero divenuti di dominio pubblico. Prima della morte, la sua ultima avventura editoriale fu la nascita della casa editrice “La nave di Teseo”, e nei suoi ultimi anni ricevette numerose onorificenze come quella di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.