Diciamoci la verità. Il dibattito che anima la vita politica del Paese è sempre più stucchevole. Prendiamo un solo esempio, cari lettori unici (unici nel senso che non vorremmo che l’argomento vi avesse già ridotti a… uno!): la Tav. Si temporeggia al limite dell’esasperazione, quando non dell’assurdo, in una maniera tale che, avanti (avanti????) di questo passo, al ministro Toninelli, pur di menare il can per l’aia, potrebbe baluginare l’idea di fare un’analisi costi-benefici… sulle analisi costi-benefici! C’è di che restare basiti. Soprattutto perché un progetto sull’alta velocità che procede così a passo di lumaca lo si poteva escogitare solamente qui in Italia… Con tanti cari saluti al concetto di puntualità! Perciò passiamo oltre.
Decisamente più interessanti i fatti di cronaca, ennesima testimonianza di come la realtà sia immancabilmente più imprevedibile ed estrosa della fantasia più fervida.
Restando in Italia, posiamo, dunque, i nostri (e vostri) occhi sulla seguente notizia: “Al Tribunale collegiale di Belluno un processo per violenza sessuale è fermo da quasi tre mesi perché non si è trovato un interprete del dialetto casertano stretto. Occorre trascrivere 26 ore di registrazioni di insulti e aggressioni, accompagnati da frasi idiomatiche e parolacce, tutte indirizzate dall’imputato, un 37enne casertano, contro l’ex compagna. La consulente della Procura (salernitana) ne ha trascritte una parte, ma ha abbandonato il compito perché non comprende gran parte delle frasi. Ora ci proverà un appuntato dei carabinieri di Caserta appena arrivato al comando di Belluno”.
Come come? Per anni siamo stati indotti a credere (a colpi di mediatori culturali e altre specifiche figure professionali) che fossero il cinese, il giapponese, l’arabo, il coreano e l’islandese gli idiomi più difficili da comprendere. Adesso un banale (pur in una situazione drammatica, sulla quale c’è ben poco da ridere) e quanto mai nazional-popolare smoccolatore di Caserta rivolta la carte in tavola, riportandoci a una realtà che (questa sì!) fa davvero sorridere. Perché, se già a Salerno quel dialetto faticano a capirlo, figurarsi a Belluno… E poi, dire “dialetto casertano” è troppo semplice: perché un conto è parlare il marcianisano, un altro il mandragonese-sessano, un altro ancora il gaetano o il mignanese…
Sta di fatto che, sparsasi la notizia del casertano intraducibile, pare che i servizi segreti di mezzo mondo abbiano inviato loro agenti nei Comuni della provincia, da Capua a San Potito Sannitico, con l’obiettivo di reclutare nuovi agenti. La Provincia di Caserta li ha subito accolti a braccia aperte, anzi ha coniato addirittura uno slogan, che ovviamente non siamo in grado di trascriversi perché ricco di dittongazioni metafonetiche, chiusure metafonetiche, variazioni consonantiche, pronunce fricative, affricate palatali e passati remoti in -ette…
Spostiamoci in Giappone e seguiamo con scrupolo la notizia: “Yoshitaka Sakurada, ministro giapponese per le Olimpiadi, essendo arrivato in Parlamento con tre minuti di ritardo, ha chiesto pubblicamente scusa all’intero Paese. I deputati dell’opposizione, però, non hanno digerito l’affronto e hanno boicottato per cinque ore i lavori della Camera”. E-sa-ge-ra-ti!!! E se si fosse presentato con un’ora di ritardo, il boicottaggio sarebbe durato… un anno? E se Toninelli fosse un ministro giapponese, davanti ai suoi ritardi, il Parlamento di Tokyo, per protesta, tornerebbe a riunirsi solo nel 2075?
Dal Sol Levante alla Svizzera. Come riporta Le Temps e Tribune di Genève, “… un poliziotto ginevrino è stato condannato a un anno di prigione con la condizionale per aver superato i limiti di velocità durante un inseguimento nel febbraio del 2017”. Mumble mumble… Vediamo… Un rappresentante dell’ordine all’inseguimento di un poco di buono (lui sì!) trattato e condannato come se fosse un poco di buono (lui nooo!): non è che per far rispettare il codice stradale si possa usare il bon ton, peraltro inopportuno per chi fugge… Poveri gendarmi rossocrociati! Possiamo a buon diritto immaginare che i ladri di mezzo mondo si siano dati appuntamento a Ginevra. In Svizzera i soldi non mancano, così pure le banche e gli appartamenti di lusso da rapinare e svaligiare. Sarà pertanto sufficiente allontanarsi dal luogo del misfatto con un mezzo di trasporto adatto (anche due buone e muscolose gambe, unite a una bici che si rispetti, possono far “volare” oltre i 50 kmh), per farla franca: e in franchi svizzeri!
Concludiamo il nostro tour di notizie nell’Europa dell’Est. In Ucraina si andrà tra breve a votare per le presidenziali. I più ferrati in politica estera potrebbero essere indotti a credere che la sfida si giochi tra Petro Poroshenko (uomo d’affari e attuale presidente dell’Ucraina) e Yulia Timoshenko (già più volte primo ministro del Paese). Acqua, cari e speriamo non esageratamente sparuti lettori, acqua… Spiace deludervi, ma il candidato in testa nei sondaggi a tutt’oggi è Volodymyr Zelensky, di professione comico. Recita la parte del capo dello Stato in un programma umoristico chiamato “Il servo del popolo”; al contrario di qualche celebre suo emulo (ci viene in mente l’attore Ronald Reagan) non ha alcuna esperienza politica né competenza alcuna, e pur tuttavia un ucraino su cinque si dice intenzionato a votarlo. Per una sorta di legge transitiva, vuoi vedere che i comici di mezzo mondo si daranno in futuro appuntamento in Ucraina? Chi lo sa, ma crediamo di no: la comicità ucraina, proprio come il piatto tipico nazionale, il Boršc (zuppa di carne, barbabietola e panna), è difficile da digerire…