Martina Giangrande, la figlia di Giuseppe, il carabiniere ferito in servizio nel 2013. Martina e Giuseppe hanno scritto una lettera a Manuel Bortuzzi a cui sono legati da un triste destino. “Ho scritto a Manuel che siamo legati da un insolito destino. Anche se lui non lo sapeva, noi ci conoscevamo già perchè siamo legati dalla fatilità che sia lui che mio padre si trovavano nel posto sbagliato e nel momento sbagliato”, spiega Martina ai microfoni di Vieni da me. Giuseppe Giangrande è stato ferito nel il 28 aprile del 2013 davanti a Palazzo Chigi mentre al Quirinale giurava il Governo Letta. Tre mesi prima, la famiglia Giangrande aveva subito un lutto gravissimo: la morte della mamma di Martina, deceduta a causa di un infarto. Dopo la tragedia, sia Martina che Giuseppe Giangrande stavano tornando alla normalità. Il brigadiere continuava a lavorare a Roma mentre Martina viveva e lavorava a Prato. La mattina dell’attentato, la figlia del carabiniere che, all’epoca, aveva solo 23 anni, parla con il padre al telefono dieci minuti prima che l’attentatore aprisse il fuoco.



MARTINA GIANGRANDE: “HO SAPUTO CHE AVEVAO SPARATO A MIO PADRE GIUSEPPE QUASI PER ULTIMA”

Il 28 aprile 2013 era una normale domenica. Martina Giangrande, prima di andare a lavoro, sente il padre al telefono: “noi ci siamo sentiti intorno alle 11.40, dieci minuti prima che succedesse il fatto. Ci siamo lasciati con la frase detta da papà: ‘amore ti devo lasciare perchè c’è un signore che deve passare’. Era la persona che poi gli ha sparato” – racconta Martina a Caterina Balivo. Dopo l’attentato, passa diverso tempo prima che Martina scopra tutto: “credo di essere stata l’ultima persona che lo ha saputo perchè ero a lavoro e il posto in cui lavoravo c’era poco ricezione. Poi sono stata chiamata da mia zia che mi parlava dell’incidente che era accaduto davanti a Palazzo Chigi. Io cercavo di rassicurarla, ma lei insisteva e quindi ho provato a chiamarlo, ma lui non rispondeva e lì ho capito che avevano ragione”. Martina Giangrande, così, raggiunge il padre a Roma. Le condizioni di Giuseppe sono state subito gravissime. Dopo l’operazione, i medici non riuscivano a svegliarlo. A farlo, però, è stata proprio Martina. Dal giorno del risveglio, la vita di Martina e Giuseppe cambia per sempre. Padre e figlia lasciano Prato e si trasferiscono in una clinica a Bologna. Da qualche anno sono tornati a Prato e da sei anni, Martina dedica totalmente la sua vita al suo papà: “oggi mi dedico a lui. Ho fatto quello che ogni figlia, probabilmente avrebbe fatto per il proprio genitore. In quel momento lui aveva bisogno di me e io c’ero. Perchè non dargli quello che lui ha dato per 23 anni a me?”, dice Martina.



MARTINA GIANGRANDE E LA LETTERA A MANUEL BORTUZZO

Quando ha ascoltato la storia di Manuel Bortuzzi a cui hanno sparato per errore, Martina Giangrande ha rivissuto la storia di papà Giuseppe. Insieme al padre hanno così scritto una lettera per Manuel per infondergli coraggio ed esortarlo a non mollare mai. “Carissimo Manuel, ti starai chiedendo chi è che ti scrive questa lettera. Per quanto ti possa sembrare incredibile, noi ci conosciamo perchè fortuna e sfortuna hanno voluto che la tua e la nostra storia fossero legate da un unico filo conduttore: trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non siamo qui ad insegnarti, la strada sarà lunga e anche tortuosa, ma tutto servirà a far sì che tu possa rinascere. Non pensare che lo sport non sarà più parte di te. Ricorda Manuel: potrai fare tutto quello che vorrai perchè le barriere le creamo solo nella nostra testa, ma possiamo fare tutto. Basta volerlo ed essere sostenuti dalle persone che ci vogliano bene“, sono le parole che Martina e Giuseppe hanno scritto a Manuel. La sorpresa arriva proprio da Manuel Bortuzzi che ha risposto a Martina come mostra un videomessaggio trasmesso da Caterina Balivo: “ciao Martina, volevo ringraziarti per la bellissima lettera che mi hai dedicato. Ho seguito la storia di tuo papà Giuseppe e mi sento molto vicino a quello che è successo. Ho saputo che non sta molto bene. Volevo mandargli un abbraccio, un grosso incoraggiamento e sono sicuro che andrà tutto per il meglio”.

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