Emanuele Salce, l’attore che nella fiction di Canale 5, L’Amore strappato, interpreta il ruolo del pm Carrera, è stato oggi ospite del programma Vieni da me. Salce ha spiegato da dove è nata la sua professione in merito alla quale avrebbe seguito – seppur non volontariamente – le orme dei suoi due “padri”, ovvero Luciano Salce e Vittorio Gassman, quest’ultimo marito della madre Diletta D’Andrea. Un figlio d’arte inevitabile, dunque, anche se lo stesso ha ammesso di aver tentato altre strade prima di diventare attore “per necessità”. E mentre è in onda la sua ospitata, sui social sono in tanti a commentare i modi dell’attore: “Emanuele Salce è il figlio di Salce ed ha la voce di Gassman. Ed anche la signorilità di entrambi”, commenta un utente su Twitter. La parte più interessante dell’intervista è stata però la sua infanzia speciale vissuta con i suoi due papà che però, ha ammesso, li vedeva più in tv che a casa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Emanuele Salce a Vieni da me

Dopo l’annuncio in diretta ricevuto da Leo Gullotta, Emanuele Salce, figlio di Luciano Salce e Diletta D’Andrea., ai microfoni di Caterina Balivo ricorda non solo il padre, ma anche Vittorio Gassman, l’uomo che sua madre sposò quando lui aveva soo due anni. Luciano Salce e Dietta D’Andrea, invece, non si sono mai sposati. A svelare il motivo è proprio Emanuele Salce, in onda su canale 5 con la fiction L’amore strappato in interpreta il ruolo di Carrera, il PM che assegnato al processo, è convinto e sostiene la colpevolezza di Rocco (Enzo DEcaro). “Papà era precedentemente sposato ed era in attesa dell’annullamento della Sacra Rota che non arrivò in tempo. Infatti io sono nato a Londra che era l’unico modo per mio padre, all’epoca, di riconoscermi. Quando però, è arrivato l’annullamento e avrebbero potuto sposarsi, mia madre si era innamorata di un suo amico, Vittorio Gassman e, due giorni prima del matrimonio di mia madre, arrivò l’annullamento”, ricorda.



Emanuele Salce: “i miei due padri Luciano e Vittorio Gassman”

Cresciuto nel mondo de cinema, con due mostri sacri della recitazione come Luciano Salce e Vittorio Gassman, Emanuele ha cercato di fare altro nella vita. “Mi sono iscritto ad economia e commercio, a scienze politiche, ho fatto di tutto e poi mi sono iscritto ad un corso di regia per dimostrare di non avere paura de confronto” – racconta – “E’ stata una necessità, non ho scelto di seguire le orme paterne e, alla soglia dei quarant’anni, ho cominciato a fare l’attore”. Ma come sono stati Luciano Salce e Vittorio Gassman come padri? “Li vedevo più spesso in televisione che a casa” – racconta Emanuele. “Quindi chi ha interpretato di più la parte de padre?”, chiede Caterina Baivo. “Avevano altri taenti, ma come papà erano un po’ meno presenti”. L’attore, poi, regala un ricordo intimo di papà Emanuele: “E’ stato prigioniero dei tedeschi dal 1943 al 1945. Lui nasce come orfano di madre, morta subito dopo il parto. Il padre che vedeva in lui la causa della morte della donna che amava, decide di farlo crescere in un istituto. A 13 anni, resta coinvolto in un incidente con il padre nelle poche visite e, in seguito, gli ricostruirono la mandibola inserendogli una mascella d’oro che poi i tedeschi gli tolsero durante la prigionia”.

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