Il 5 aprile uscirà il nuovo album di Ultimo dal titolo “Colpa delle favole” in cui porterà l’attenzione su se stesso cercando di spazzare via quella che lui stesso ha definita “l’onda mediatica che ho subito” raccontando quella musica che tanti bocconi amari gli ha regalato tanto da spingerlo a tornare indietro, ad un certo punto. Ultimo si racconta all’Ansa e in una lunga intervista rivela: “Di carattere sono molto nostalgico: quando dico che voglio lo stupore che c’era prima, lo dico dell’amore, ma è anche una metafora della mia vita”. A quanto pare il successo non è come si aspettava e lui stesso lo racconta ma sicuramente in questo album pone l’accento su tutto quello che non aveva e che adesso ha e forse lo fa soffrire allo stesso modo: “C’è da capire che il tipo di pressioni che possono sentire, io che fino ad un anno fa cantavo nei pub di San Lorenzo nella pre-serata”. In questo momento si sente sdoppiato e sa bene che il successo non è la cosa più importante. Riuscirà a convivere con tutto quello che è successo? (Hedda Hopper)



IO PRESUNTUOSO? MA…

A 23 anni, con un tour alle porte e già sold out in ogni data, Ultimo si racconta in una lunga intervista rilasciata al Messaggero svelando che la più grande delusione vissuta finora è stata essere descritto come una persona presuntuosa dopo le polemiche nate al Festival di Sanremo 2019. «Essere stato etichettato come presuntuoso, uno che si dà delle arie, mentre io – chi mi conosce lo sa – non mi sento manco all’altezza. Mai. Sono una persona incerta», ha spiegato il giovane cantautore che, più volte, ha dichiarato di dover dire grazie a Fabrizio Moro che lo ha aiutato a trovare la sua strada nella musica. Considerato uno dei migliori cantautori in circolazione della sua generazione, Ultimo ha come esempio i grandi cantautori italiani, in primis Vasco Rossi “Perché Vasco canta “Oh Toffee” e mi fa piangere? Ecco, quella è la musica che resta” – spiega Niccolò Morriconi che poi aggiunge di essere grato a “Vasco, ma non ho mai preso nulla dal suo tipo di canzoni: sono intoccabili ed è giusto così. Dalla: amo la tematica sempre fiabesca quando racconta le cose. Poi Venditti, sicuramente. Baglioni, Zero. De Gregori. Tutti romani”, conclude (aggiornamento di Stella Dibenedetto).



“A SANREMO SONO STATO STRUMENTALIZZATO”

Ultimo, finito nelle polemiche dopo l’ultimo Festival di Sanremo, in un’intervista raccolta dal portale di vanityfair, ha raccontato la sua verità. Ricordiamo che la polemica è nata quando, vincitore al televoto con il brano I tuoi particolari, si era visto sorpassare da Mahmood per l’intervento della giuria d’onore. Tutta la tensione è stata in seguito riversata nella classica conferenza stampa del dopo festival. Al magazine, Ultimo spiega che: “Mi hanno dato del coatto, fascista, omofobo, ma la verità è che non sono niente di tutto questo. Io di politica non ne so, e le generalizzazioni, come le strumentalizzazioni, mi amareggiano. Ho agito d’istinto, ed esprimersi d’istinto è pericoloso. Ma è il mio carattere: schietto, incontrollabile. Sto lavorando per migliorare”. Il cantante precisa anche che non ci sono assolutamente problemi con il vincitore del Festiva: “Con lui è tutto a posto”.



ULTIMO E LA VERITÀ SUL SUO NOME D’ARTE

Alla vigilia dell’inizio del tour, attraverso Vanity Fair, Ultimo racconta inoltre come ha scelto il nome d’arte: “Successe in un bar di San Basilio, la borgata romana da cui vengo. Con un gruppo di amici ci eravamo chiamati Les Misérables, dal romanzo di Victor Hugo. Al singolare suonava brutto, “miserabile”, così è venuto da sé Ultimo: che ce l’ha con tutti, ma non ce l’ha con nessuno, perché in fondo ce l’ha solo con sé stesso. Per essere nato con la predisposizione a sentirmi colpito, un bersaglio incompreso”. Una scelta quindi che ha radici profonde, come precisa in seguito Niccolò Moriconi: “Avere creduto a insegnanti che già alle elementari mi davano del nullafacente: “È bravo ma non si applica” dicevano a mia madre, “suo figlio è marcio dentro, farebbe meglio a trovargli qualcosa” ripetevano, e la tela bianca che ero, intanto, si disegnava così, con questa ambizione di riscatto che non mi passerà mai. Persino lo stadio non basterà”.