Mauro Coruzzi si racconta a tutto tondo a Rai Radio 2 in una lunga intervista in cui parla di obesità, della nascita del suo personaggio ma anche di omofobia e di come la modernità e questa voglia di ostentare e raccontare non abbia fatto altro che peggiorare le cose. Proprio questo è l’argomento più interessante toccato da Platinette che in radio racconta che, paradossalmente, si stava meglio prima quando si volevano un po’ tenere ben salde le apparenze a differenza di quanto si vuole fare adesso. Il tema scottante dell’omofobia rientra proprio in questo discorso tanto che lui stesso dichiara: “Realtà o ipocrisia? Nè l’una e nell’altra visto che non c’è qualcuno che ogni notte punta ad ammazzare gay, lesbiche e omosessuali. C’è qualche cretino, quello sì. […]  Preferivo altri tempi, quando c’era quel tipo di borghesia che ammetteva tutto e non diceva niente. Quel tipo di società borghese, dove chiunque faceva ciò che voleva, ma almeno la facciata era rispettata“. Ma l’affondo arriva proprio alla fine quando Platinette sottolinea il fatto che non trova necessario “anteporre alle altre qualifiche quella di omosessuale. Io sono italiano e di sesso maschile, prima di ogni altra cosa”.



L’OBESITA’ E LA SUA LOTTA CON IL PESO

Se queste dichiarazioni sono destinate a far discutere non si può dire lo stesso su quelle che riguardano l’obesità, i problemi legati all’alimentazione e, soprattutto, il suo difficile rapporto con la notte quando è difficile resistere alla tentazione del frigorifero. Lo stesso Mauro Coruzzi ammette di conoscere perfettamente tutti i locali che possono rifornirlo di cibo fino alle cinque del mattino: “Uno dei problemi del bilico di notte è che non può aspettare, altrimenti sclera. E’ come un tossico, o hai la dose di calorie o sono guai seri”. Il discorso non si chiude qua e tocca anche Maurizio Costanzo proprio per sottolineare il fatto che non è una questione di intelligenza o di cultura: “Penso a lui, su tanti fronti è una persona con un grande imprinting, ma poi davanti ad un bignè sembra veramente all’ultimo stadio dell’eroina di una volta…. Non riesco a pensare male di chi combatte l’obesità, è un male di questa società”.



LA NASCITA DEL SUO PERSONAGGIO

Infine Platinette parla anche di temi più divertenti e leggeri come la nascita del suo personaggio e dello stesso nome “d’arte” che ha scelto. A quanto pare l’ispirazione è arrivata durante la visione di uno spettacolo “in uno di quei circoli un po’ peccaminosi” in cui si recitava la difficoltà di essere omosessuali in Siberia: “La sera dopo sono tornato e già lavoravo con loro. Il primo nome d’arte è stato Oscar Selvaggia poi in fondo ad una valigia trovammo una parrucca patinata sporca che sembrava un topo morto” e da lì è nato tutto visto che in onore di una pornostar degli anni ’70, che cambiava nome in base alla parrucca che indossava, ha deciso di chiamarsi Platinette.

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