Mogol è probabilmente il più grande autore della musica italiana. Insieme a Lucio Battisti, e non solo, l’82enne meneghino ha scritto fra le più belle canzoni della storia, pietre miliari della musica che gli hanno permesso di ottenere il primo posto nelle classifiche per ben 121 volte in carriera. E pensare che all’inizio quel nome “Mogol” gli aveva fatto storcere un po’ il naso: «All’inizio non mi piaceva quando me l’hanno assegnato – racconta Giulio Rapetti ospite presso gli studi de La Vita in Diretta – poi dopo li ho ringraziati». La prima canzone scritta da Mogol non fu un grande successo: «Mi presentai da mio padre, che era un editore, e quando l’ascoltò mi disse “Mamma che brutta, ma sentito nulla di peggiore”, e mi buttò fuori dagli uffici: aveva ragione – aggiunge Mogol – a quel brano darei un uno per pena». Divertente l’aneddoto riguardante “Una lacrima sul viso”: «La scrissi in auto, è vero: ero in macchina con Bobby Solo, gli dissi di suonare la chitarra, e intanto scrivevo. Quando poi siamo arrivati in studio gli ho detto che avevo improvvisato tutto, mi ero dimenticato di scriverla».
MOGOL A LA VITA IN DIRETTA
Il sodalizio con Battisti è da leggenda, se si pensa a Mogol l’associazione con Lucio viene naturale: «Sono stato io a convincerlo a cantare – svela Mogol – lui voleva solo fare l’autore». Mogol non finisce mai di lavorare, e in questo periodo è impegnato in uno show a teatro dal titolo “Emozioni”, in cui la musica di Battisti è la grande protagonista: «A cantare è Gianmarco Carroccia, un cantante che non è meno bravo di Battisti, ha un successo travolgente». Ma come scrive le canzoni Mogol? «Io non le scrivo mai se prima non sento una musica, è complicato ma è un automatismo che impari nel tempo. Le parole le prendo dalla mia vita o da quella di qualcun altro, voglio solo ricordare quello che succede davvero. Quando le parole e la musica dicono la stessa cosa, allora arriva una grande emozione». Recentemente Mogol è stato nominato presidente della Siae, la società degli autori ed editori, e sta portando avanti la lotta per far passare la direttiva sul copyright, che ha registrato una prima significativa vittoria negli scorsi giorni: «Dobbiamo stare molto vigili, la battaglia non è ancora finita, se la direttiva non venisse fermata sarebbe la fine della musica. Se vogliamo spegnere la cultura non deve passare la norma».