Lo sfondo pastoralmente bucolico, il tono compostamente pacato; quindi, una successione di domande (o interpellanze, se vogliamo mantenere un senso politico a tutto ciò) sul senso della vita: “Mi sono chiesto: chi sei? E mi sono risposto: Alessandro Di Battista. Da dove vieni? Dal Guatemala. E dove vai? In India. Perché sei al mondo? Per portare legna al bosco. Ti vuoi candidare alle Europee? No, a me la poltrona fa venire le bolle. E allora che fai? Faggio (si è già calato nella parte…) un corso di falegnameria”.



Così, in un video, Alessandro Di Battista, il “Che Guevara di Roma Nord” del Movimento 5 Stelle, ha annunciato il nuovo capitolo della sua vita: altro che pensare a una sua corrente, ora pialla, raspa, spatola tutto il giorno,  e poi “scrivo, leggo. Mi mancate, certo, tutti quanti. Ma sto facendo un sacco di cose belle, tutto quello che ho sempre sognato di fare”.



Ma che combina, il Dibba, eh? Non vi è mai venuto il sospetto di trovarvi di fronte a una… testa di legno? Beh… aveste ancora qualche dubbio, toglietevi lo sfizio di aprire Wikipedia alla voce “Alessandro Di Battista”, leggervi il capitolo “Controversie” e trarne le dovute (e vostre personalissime) conclusioni. A troncare (lo diciamo a ragion veduta, visto il tema) qualsivoglia perplessità, la recente iscrizione alla GEPU, l’università online per abilitarsi al titolo di Mastro Geppetto Phd. E tanto dovrebbe bastarvi!

Non paghi delle preziose news che vi stiamo fornendo pressoché in anteprima, siamo riusciti a contattare uno dei docenti del prestigioso ateneo “ligneo”, il professor Vito Da Incastro, il quale ha avuto parole di encomio nei confronti di tanto studente: “È con noi da poco più di due settimane: un allievo modello, attento, una persona dotata di una non comune capacità di ascolto. Ama intercalare alle spiegazioni dei professori l’espressione ‘giusto, giusto’, che nella mia pluridecennale esperienza di insegnante, non depone a favore di chi la pronuncia. Ma non nel suo caso, anzi! Dopo una spiegazione, nell’esercizio pratico che ne segue, riesce a eseguire le sequenze testé immagazzinate in maniera egregia. Ha una sorta, a mio avviso, di vocazione per la falegnameria, i progressi quotidiani lo testimoniano. Solo per farvi un esempio: riesce perfettamente a riconoscere la differenza tra un martello e uno scalpello, sebbene il suffisso -ello potrebbe trarre in inganno. Davvero tutto molto… bello!”.



A questo punto, un interrogativo sorgerebbe spontaneo: ma perché mai ha deciso pressoché di segare (vogliamo essergli vicino financo coi verbi più appropriati alle scelte intraprese) una carriera politica di successo all’interno dei Cinquestelle? E soprattutto: Alessandro Di Battista rinuncerà davvero alla poltrona di Strasburgo per una sedia artigianale, da costruire con le proprie mani?

E come l’hanno presa i suoi compagni di partito? Luigi Di Maio ha subito colto la… pialla (ci perdonerete il doveroso gioco di parole) al balzo, manifestandogli telefonicamente il suo entusiasmo: “Ciao Dibba, sono molto contento della tua scelta! Iscriversi a un corso di falegnameria… che Ikea fantastica! Guarda, ne approfitto subito per appiopparti (il legno di pioppo ben si presta a lavorazioni concettualmente semplici, seppure di grande impatto) una commissione (tranquillo, stavolta non sarà una commissione parlamentare): perché non ci produci una serie di divani (o dei divani in serie, fai tu!) da regalare a tutti coloro che otterranno il reddito di cittadinanza? C’ho già l’idea per griffarla, il brand potrebbe chiamarsi PoltroniInSofà. Che dici? Fammi sapere, eh?”.

Chissà se si realizzerà! Perché la mente del “nostro”, a quanto ci è dato di sapere, pullula di idee ingegnose, che vanno dalla creazione di una linea di mobili che potrebbe avere il marchio “Dibba Pedretti” o “Cose Dibbetulla” (geniale, il marchio che richiama il legno e il cognome) alla commercializzazione di una linea di oggettistica (in legno, ovviamente) pensata appositamente per il mercato guatelmalteco. Si va da Huehuetengo, onomatopeica denominazione di una culla a prova di pargolo urlante, a Tavolon, tavolo con 48 gambe, poliedrico e gigantesco, ideale per ritrovi in clan e/o tribù. Fiore all’occhiello della collezione centroamericana è la Posalealcaldo, confortevole sedia dotata di impianto di riscaldamento, essenziale nelle gelide notti sulla Sierra Madre de Chiapas per riscaldare los chiapones degli infreddoliti pastori del Guatemala.

Se conquisterà, oltre alle natiche, anche i cuori dei cittadini dell’intera nazione, andrà mica a finire, il nostro Dibba, a fare il politico in Guatemala? Indiscrezioni parlano di un partito nuovo di zecca, il cui nome sarebbe già stato depositato presso un notaio: “Movimento 5 Listelli”. Hasta la victoria siempre, Alejandro!