Durante l’ultima puntata de La compagnia del cigno lo zio di Matteo aveva scoperto tutte le bugie che il nipote stava raccontando ai suoi compagni di classe. Tra i numerosi racconti, uno in particolare ha fatto riflettere lo zio del giovane tanto da portarlo a costringerlo a seguire la terapia. Matteo, però, neanche davanti alla psicologa riesce a far cadere quella barriera, finge: “Sono consapevole che mia madre sia morta. So anche come è morta. È morta lentamente, mentre i soccorsi tardavano ad arrivare”. Nonostante con la dottoressa Matteo sembra sicuro di sé, mentre passeggia per le vie di Milano riprende in mano il cellulare e racconta la sua nuova vita alla madre, alla madre che non c’è più. Il giovane di Amatrice riesce a mascherare i suoi sentimenti, il suo dolore; sarà il professore Marioni che riuscirà ad aiutarlo? (Agg. Camilla Catalano)

“VIOLONCELLISTA IN TV? MI SEMBRAVA UNA FREGATURA”

Leonardo Mazzarotto è uno dei protagonisti principali della fiction “La Compagnia del cigno”, in onda questa sera. Intervistato da TV Radio Corriere, ha raccontato della sua passione per la musica, nata praticamente da subito. Il violino inizialmente incominciato a suonare un po’ a malincuore, con il passare del tempo è diventato suo valido alleato. Per il ruolo di Matteo, ci sono state delle difficoltà perché non si trovava nessuno adatto. Durante le vacanze la segnalazione: cercavano un violoncellista per una serie TV: “Mi sembrava quasi una fregatura…” racconta. “Mi sono documentato, ho mandato le foto certo che sarebbe stata solo una perdita di tempo”. Ed invece: “Ho fatto quasi una decina di provini prima che mi si confermasse il ruolo”. La sua famiglia ha vissuto tutto questo senza spingerlo in maniera eccessiva. Quella dei suoi genitori infatti, non è mai stata una presenza morbosa e l’hanno sempre assistito e supportato in modo sano e costruttivo. Quando è uscita questa possibilità l’hanno semplicemente assecondato per quello che ritenevano più opportuno e poi: “Quando il ruolo mi è stato confermato siamo stati tutti felicissimi”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)

Leonardo Mazzarotto, il ruolo nella fiction

Leonardo Mazzarotto è uno dei giovani protagonisti de “La compagnia del cigno“. Alla sua prima prova d’attore, Leonardo ha dimostrato una grande versatilità confrontandosi con un ruolo assolutamente non facile, quello di Matteo. Matteo, il protagonista principale della serie scritta e diretta da Ivan Cotroneo, è un ragazzo che vive un tormento interiore che solo la musica sa placare. Il suo talento col violino è talmente grande da convincere subito il maestro Marioni che lo vuole subito nella sua Orchestra. Nasce così “La compagnia del cigno”, che vede sette giovani allievi condividere la grande passione per la musica e non solo, visto che questa compagnia diventa una vera famiglia dove raccontarsi gioie e dolori della vita.

Leonardo Mazzarotto: “La musica come valvola di sfogo”

Leonardo Mazzarotto è molto simile al personaggio di Matteo, un ragazzo appena diciassettenne che lascia la cittadina di Amatrice per inseguire il suo grande sogno: suonare il violino. Ha un rapporto conflittuale con la famiglia, in particolare con il papà, mentre nella madre (interpretata da Giovanna Mezzogiorno) trova conforto e approvazione. La musica sarà la sua valvola di sfogo, la sua ancora di salvezza per uscire dal terribile trauma del terremoto che ha raso al suolo l’intera cittadina di Amatrice. Un evento tragico che ha segnato la vita del ragazzo che, in una serie di flashback, rivive quell’evento terribile. Ecco come Leonardo racconta il personaggio di Matteo: “ha 17 anni e viene da Amatrice. Dopo il trauma del terremoto si sposta a Milano per avere la possibilità di continuare a studiare il violino che è la sua passione. In un certo senso è divertente vedere come nella vita reale di noi sette, della nostra amicizia, spesso si riscontrano delle dinamiche che esistono anche nella storia, nella compagnia del cigno”.

Il caso e la passione per il violino

Proprio come il personaggio di Matteo, Leonardo Mazzarotto suona il violino. Un passione nata per puro caso come ha raccontato il giovane musicista: “L’avvicinamento al violino è stato piuttosto casuale. Sono cresciuto ascoltando musica, già da quando avevo due o tre anni, dalla classica al jazz al rock. Il percorso vero e proprio con lo strumento è iniziato all’età di 10 anni”. A spronarlo a studiare violino gli insegnanti di scuola durante la fasi di ammissione. Pur avendo cominciato senza grande entusiasmo, Leonardo si poi innamorato perdutamente dello strumento, che richiede un’attenzione tecnica costante come ha raccontato. “Per un bambino le gratificazioni, con il suono, arrivano per gradi” – ha detto –  “dopo le prime settimane di violino, invece, bisogna ancora capire bene come tenere lo strumento. E’ in una fase successiva che si conquistano i risultati e si possono avere appagamenti impareggiabili”.