A pochi giorni dalla giornata della memoria, Rai1 trasmette mercoledì 23 gennaio in esclusiva la docu-fiction dal titolo “Figli del destino” che ricostruisce le storie di quattro bambini italiani ebrei. Sono le storie di Liliana Segre, Lia Levi, Tullio Foà e Guido Cava, vittime dell’orrore e della vergogna delle leggi razziali. Un racconto della memoria, intrecciato con le emozionanti interviste dei quattro protagonisti. Tra questi c’è anche Guido Cave che nel 1938 a soli otto anni non può più andare a scuola. Il motivo? E’ ebreo. “Nel settembre del 1938 avevo 8 anni e un giorno mio padre si presentò a casa e disse a me e mio fratello Enrico che dall’indomani non saremmo più potuti andare a scuola” racconta l’uomo ad Ansa.



Guido Cava, “Mio padre non sapeva rispondere”

Un’esclusione immotivata che spinge il piccolo Guido a chiedere al padre: “Ci hanno promosso, abbiamo bei voti, perchè non dobbiamo andare?”. Da parte del padre solo una risposta generica “perchè non si può”. Non era facile spiegare ad un ragazzino di soli 8 anni che la scuola improvvisamente era vietata agli ebrei. Le parole e il ricordo di Guido Cava assumono un valore importante a testimonianza dell’entrate in vigore delle Leggi Razziale firmate a San Rossore a Pisa dal re Vittorio Emanuele III. Oggi Guido Cava è Presidente emerito della comunità ebraica pisana, quella comunità che lo scorso anno ha realizzato un evento dal titolo “San Rossore 1938″ proprio per ricordare un atto infame compiuto 81 anni fa. A parlare è Paolo Maria Mancarella, il Rettore dell’Università di Pisa, che si fa portavoce di un messaggio importantissimo il cui obiettivo finale è: ” la comprensione e la trasmissione di questa orribile memoria. Coscienti che anche il nostro ateneo, come tutti gli altri, si rese complice ed esecutore di quelle orripilanti norme”.



La deportazione degli ebrei

Guido Cava è uno degli italiani sopravvissuti a quella terribile deportazione che ha visto deportati nei campi di concentramento circa 8000 ebrei italiani. Numeri allucinanti se pensiamo che di questi 8000, di cui altri 2000 furono deportati dai possedimenti, solo 826 fecero ritorno nelle proprie case. Tra questi anche Guido, che ancora oggi fa sentire la sua voce per non dimenticare una delle pagine più terribili e infami della storia mondiale. Presidente emerito della comunità ebraica di Pisa, Guido continua a sottolineare quanto sia importante ricordare perchè: “senza storia non c’è memoria e purtroppo ancora oggi assistiamo a rigurgiti neofascisti antisemiti, anche attraverso la presentazione di determinate liste politiche alle elezioni quando sarebbe sufficiente far rispettare la Costituzione italiana. Ma anche le scuole e le università devono fare testimonianza per evitare che certi orrori si ripetano”.

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