Torna la serie tv Il nome della rosa, che vede tra i protagonisti John Turturro nei panni di Guglielmo da Baskerville, il francescano che ha iniziato a indagare sugli omicidi avvenuti all’interno dell’abbazia. Questa sera, nella seconda puntata, lo vedremo purtroppo alle prese con il rinvenimento di un altro cadavere. Sembra esserci un legame tra le morti dei monaci e l’Apocalisse e Guglielmo cercherà proprio di approfondire questo aspetto per riuscire a continuare con successo le sue indagini. Ma farà anche il suo arrivo all’abbazia la delegazione papale guidata da Bernardo Gui. Non dobbiamo infatti dimenticare che Guglielmo è arrivato con una precisa missione, che non ha a che fare con le indagini, e scopriremo i vecchi dissapori che ci sono tra il domenicano e il francescano, che devono affrontarsi in una disputa dalle conseguenze importanti.
JOHN TURTURRO È GUGLIElMO DA BASKERVILLE NE IL NOME DELLA ROSA
Ricordiamo, infatti, che Guglielmo è partito dalla Toscana per rappresentare l’Imperatore in una disputa in cui c’è di fatto in gioco il futuro del suo ordine. Proprio per questo il Papa, saputo dell’arrivo del francescano all’abbazia, ha deciso di mettere a capo della sua delegazione il fidato Bernardo Gui con l’obiettivo sia di risultare vincitore sull’Imperatore, che di sciogliere l’ordine dei francescano con il suo accento posto sulla povertà. Gugliemo ha scelto di farsi accompagnare dal giovane Adso che gli si è fatto un giorno incontro chiedendogli di poterlo seguire. Solo una volta arrivato a destinazione l’Abate gli ha chiesto di far luce sulla morte di un monaco che non sembra poter essere un suicidio. Durante la sua permanenza è poi avvenuto un omicidio che l’ha portato anche a infrangere il divieto di entrare nella biblioteca imposto dall’Abate.
LE DIFFERENZE TRA SERIE E LIBRO
Nonostante la serie tv sia tratta dal romanzo di Umberto Eco, ci sono delle differenze di non poco conto tra il Guglielmo da Baskerville del libro e quello interpretato da John Turturro. Come messo in luce da Sofia Boccetti su queste pagine, infatti, “nella fiction lo si vede che vaga tra i poveri e abbraccia i lebbrosi. Nel libro la sua discesa in Italia aveva un fine ben più diplomatico: discutere con vari abati italiani per cercare un terreno neutrale e quindi adatto a un incontro tra delegazione francescana e delegazione papale, per disputare sulla Povertà di Cristo. Se l’incontro fosse andato bene, Guglielmo sarebbe stato il teologo imperiale a Avignone”. Vedremo se gli autori della serie, tra cui lo stesso Turturro, avranno fatto altri cambiamenti al personaggio messo nero su bianco da Umberto Eco.