Lo hanno già chiamato “decreto anti-Netflix”, perché prevede che un film italiano non esca contemporaneamente su una piattaforma di streaming e in sala. Ma è pur vero che finora l’unico film prodotto da Netflix e uscito in contemporanea in sala è stato solo “Sulla mia pelle”, sul caso Cucchi. La norma è meno protezionista di quel che sembrava, anche perché è circoscritta. Raccoglie le istanze degli esercenti e restringe la finestra per i film italiani più piccoli. Finora in Italia le finestre erano regolate da una prassi, quella dei 105 giorni a partire dalla prima proiezione. Questo il lasso di tempo riservato alla programmazione in sala. I termini sono ridotti a dieci giorni se l’opera è programmata solo per tre giorni (o meno feriali), con esclusione di venerdì, sabato e domenica. Di sessanta giorni se invece il film è programmato in meno di ottanta schermi e dopo i primi ventuno giorni di programmazione, avendo ottenuto un numero di spettatori inferiori a 50mila. L’associazione degli autori, Anac, commenta: «Con questa norma l’Italia non arriva ancora ad eguagliare il sistema che vige in Francia ma si avvicina alle altre legislazione europee». (agg. di Silvana Palazzo)



BONISOLI DISSE: “NETFLIX È UN MONDO NUOVO”

Non è la prima volta che il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli parla delle piattaforme streaming e in particolare di Netflix. Il pentastellato intervenne a metà settembre in merito alla querelle sulla vittoria di Roma al Festival di Venezia 2018, con l’ultimo lungometraggio del messicano Cuaron targato Netflix. Come riporta Wired, disse: “Barbera è il direttore artistico e le scelte artistiche spettano al direttore artistico. Ci troviamo di fronte a un mondo nuovo, un mondo destinato a rimanere che non si può gestire con decreti impositivi, ma abbiamo l’autorevolezza per confrontarci e ricondurre a sistema quella che è un’evoluzione”. E aggiunse: “Io voglio che l’Italia rimanga un paese di produzione cinematografia per la nostra tradizione e perché significa lavoro e attività economica”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SOCIAL INDIGNATI: “MEDIOEVO”

Il ministro della cultura, Bonisoli, sta per sottoscrivere un decreto legge in cui si regolerà la distribuzione dei film. Stando all’esponente del governo, è fondamentale che le pellicole vengano prima distribuite nelle sale cinematografiche e poi sulle piattaforme di streaming, a cominciare da Netflix. Obiettivo del ministro, salvaguardare i cinema, evitando quindi che lo stesso film venga distribuito in contemporanea sia online che fisicamente. Una decisione che ha scatenato un acceso dibattito sui social, dove sono moltissimi i post sull’argomento. Per correttezza di informazione, c’è da sottolineare come le reazioni al decreto legge di Bonisoli siano tutt’altro che favorevoli, e del resto non poteva che essere altrimenti in un’epoca in cui Netflix è ormai entrato nell’immaginario collettivo di praticamente ogni giovane. LadyMisfit ad esempio scrive: «I film dovranno prima passare per le sale e poi si potranno vedere in #streaming. Il ministro #Bonisoli è antistorico e legifera su una cosa di cui non sa niente. Sull’audiovisivo siamo lontani anni luce dalla contemporaneità e questo decreto ci porta ancora più indietro». Marco ci va più pesante «Fermiamo #Bonisoli. Ministro dell’ignoranza». Infine il parere di Fulvio: «Il ministro #Bonisoli firma il decreto, per obbligare a far uscire in sala i #film, prima di consentirne lo #streaming. Se pensano di limitare così #Netflix e #PrimeVideo, prenderanno una cantonata enorme La battaglia deve essere sulla qualità, non su imbarazzanti regole del ‘900». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



L’INTERVENTO ALLA IULM ALBERTO BONISOLI

Intervenuto alla presentazione della ricerca Agis/Iulm “Spazi culturali ed eventi di spettacolo: un importante impatto sull’economia del territorio”, il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli ha dato un importante annuncio riguardo la polemica nel mondo del cinema tra esercenti e le piattaforme streaming sulla distribuzione dei film. “Mi accingo a firmare oggi il decreto che regola le finestre in base a cui i film dovranno essere prima distribuiti in sala e dopo su tutte le piattaforme streaming”. “Penso sia importante assicurare tranquillità nella programmazione dei film a chi gestisce una sala, senza che questi siano disponibili in contemporanea su altre piattaforme”, ha aggiunto il ministro in quota Movimento 5 Stelle. Un dibattito che va avanti da mesi e che ha coinvolto anche il Festival di Cannes e Netflix.

L’ANNUNCIO DEL MINISTRO ALBERTO BONISOLI

Alberto Bonisoli ha poi aggiunto: “Stiamo lavorando insieme a distributori e produttori cinematografici per fare si che la prossima sia la prima vera estate del cinema italiano: titoli molto importanti, veri e propri blockbuster, saranno visibili in sala dal mese di agosto”. “In questo modo – prosegue il pentastellato – aiuteremo i proprietari delle sale ad avere una programmazione su più mesi e non più quel grosso buco di programmazione di oggi, quando in estate ci sono pochi titoli”. Attesi aggiornamenti nelle prossime ore sul tema, con la prevedibile reazione dei giganti delle piattaforme, Netflix su tutti: recentemente il servizio streaming ha realizzato la pellicola di successo Sulla mia pelle (film su Stefano Cucchi, ndr) e si è aggiudicata il Leone d’Oro al Festival di Venezia 2018 con Roma di Alfonso Cuaron.