La notte degli Oscar 2019 è alle porte: la 91° edizione della cerimonia del premio cinematografico più importante e antico al mondo si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles il 24 febbraio (a partire dalle ore 2.00 del 25 febbraio in Italia). Il 22 gennaio sono state rese note le nomination e c’è grande attesa per scoprire chi si aggiudicherà le statuette conferite dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS). Come accaduto lo scorso anno, l’Italia non sarà presente: Dogman di Matteo Garrone non rientra nella cinquina per il miglior film in lingua straniera, mentre nelle altre categorie non troviamo nessun esponente del cinema nostrano. I film che hanno raccolto più candidature sono Roma di Alfonso Cuarón e La Favorita di Yorgos Lanthimos con dieci candidature a testa, seguiti da A Star Is Born e Vice – L’uomo nell’ombra con otto candidature ciascuno. Sorprendente quanto meritata la candidatura del polacco Cold War per la miglior regia e per la miglior fotografia. Ma chi sarà l’erede di The Shape of Water di Guillermo del Toro? Ecco i nostri pronostici per gli Oscar 2019



Partiamo dalle categorie “secondarie”, ma pur sempre rilevanti. Pochi dubbi sul miglior film di animazione: Spiderman: into the Spider-Verse, anche se Isle of Dogs di Wes Anderson è buonissimo film. Ancor meno perplessità su chi si aggiudicherà il miglior film in lingua straniera, ovvero Roma di Alfonso Cuaron; peccato per Opera senza autore e Cold War, senza il capolavoro del cineasta messicano avrebbero avuto ottime possibilità di trionfare. Testa a testa tra Free Solo e Hale County This Morning, This Evening per il miglior documentario, mentre Marguerite di Marianne Farley e Bao di Domee Shi sono rispettivamente in pole position per il miglior cortometraggio e per il miglior cortometraggio d’animazione. Infine, il pronostico per quanto concerne il miglior cortometraggio documentario: Black Sheep di Ed Perkins ha registrato ottimi riscontri, ma attenzione a Period. End of Sentence. di Rayka Zehtabchi.



Passiamo alle categorie tecniche, per le quali si prevede una grande battaglia vista la qualità degli addetti ai lavori in gioco. Il premio per miglior trucco e acconciatura è destinato a Vice – L’uomo nell’ombra (Greg Cannom, Kate Biscoe e Patricia DeHaney), mentre quello per i migliori costumi andrà a Sandy Powell per La Favorita. First Man, tra le delusioni di questa stagione cinematografica, riuscirà comunque ad assicurarsi la statuetta per il miglior montaggio sonoro, mentre il riconoscimento per il miglior sonoro spetterà a A Star is Born. Ad Avengers: Infinity War il premio per i migliori effetti speciali, anche se non è da sottovalutare la candidatura di Ready Player One, mentre è pressoché scontata la vittoria di Shallow di A Star is Born per la miglior canzone. Testa a testa per la miglior colonna sonora: If Beale Street Could Talk (Nicholas Britell) leggermente in vantaggio su Black Panther (Ludwig Goransson). La Favorita (Fiona Crombie e Alice Felton) in pole per la miglior scenografia, senza dimenticare le prodezze di Eugenio Caballero e Barbara Enriquez per Roma, mentre è corsa a tre per il miglior montaggio: Vice svetta su The Favourite e Bohemian Rhapsody, ma attenzione alle possibili sorprese. Infine, la miglior fotografia andrà a Roma: possibile sorpresa? L’ammaliante lavoro di Lukasz Zal in Cold War.



Meno scontata del previsto la corsa al premio per la miglior sceneggiatura non originale: Blackkklansman ha i favori del pronostico, ma If Beale Street Could Talk è meritevole della statuetta. Green Book insidia La Favorita per la miglior sceneggiatura originale, con il lavoro di Peter Farrelly che ha nello script il suo punto di forza principale. Passiamo ad attori/attrici protagonisti/e e non: l’unica certezza è Mahershala Ali (Green Book) come miglior attore non protagonista. Passando alla miglior attrice non protagonista, Regina King è data da molti come trionfatrice, ma vale la pena prendere in considerazione la straordinaria Amy Adams per Vice. Per il premio di miglior attore protagonista è sfida tra Rami Malek e Bale: favorito il primo, lo meriterebbe il secondo. Discorso simile per la miglior attrice protagonista con Glenn Close e Olivia Colman, con quest’ultima che ha offerto un’interpretazione memorabile ne La Favorita. Infine, il riconoscimento per la miglior regia: nonostante lo straordinario lavoro di Yorgos Lanthimos e Adam McKay, la statuetta andrà ad Alfonso Cuaron, Roma è il manifesto del cinema d’autore.

Eccoci alla resa dei conti, l’Oscar al miglior film: otto pellicole per un’unica statuetta, otto lavori molto diversi tra loro e tutti meritevoli di lode (Black Panther meno, Cold War avrebbe meritato di più). In lizza per la statuetta sono essenzialmente tre: Roma, Green Book e La Favorita. Nonostante sia un ottimo film, Vice non sembra aver convinto come La Grande Scommessa, mentre Bohemian Rhapsody e A Star is Born sono oggettivamente prodotti inferiori. Blackkklansman potrebbe rappresentare l’outsider, ma è molto difficile. Roma è segnalato dai più come il favorito e effettivamente l’opera di Cuaron meriterebbe un riconoscimento di tale portata dopo aver commosso il mondo intero e aver vinto il Leone d’Oro al Festival di Venezia 2018. Green Book diverte e commuove, un film per tutti che tocca temi storicamente molto cari all’Academy. Infine, La Favorita: semplicemente un capolavoro. Il pronostico Oscar 2019 più difficile è senz’altro questo, ma è giusto azzardare: Green Book!