Il ritorno di Don Camillo
ci offre una serata alternativa su Rete 4, con protagonisti gli storici Gino Cervi e Fernandel. Su Film Tv possiamo leggere una breve recensione che ci racconta il film e ci specifica: “È la seconda puntata della serie dedicata a questi fortunati personaggi creati dalla penna dello scrittore emiliano Giovannino Guareschi, meno efficace e più sdolcinata della prima”. Ci troviamo comunque di fronte a una comicità che piace, lontana dai nostri tempi e per questo in grado di generare nostalgia. Il film è certamente interessante e ci può offrire diversi spunti di riflessione anche se è innegabile che sia leggermente più debole dell’inimitabile primo capitolo. Nonostante questo mantiene la comicità della serie con i due attori che insieme diventano l’uno complementare all’altro. Il ritorno di Don Camillo, clicca qui per una scena del film, sarà trasmesso in prima serata da Rete 4 e potremo seguirlo anche in diretta streaming sul portale di Mediaset cliccando qui. (agg. di Matteo Fantozzi)
NEL CAST ANCHE GINO CERVI
Il ritorno di Don Camillo
è una pellicola di realizzazione italiana datata 1953. Il film ascrivibile al genere delle commedie all’italiana è stato diretto da Julien Duvivier e si basa su un soggetto scritto da Giovannino Guareschi. Il film prodotto dalla Cinema Rizzoli gode della partecipazione di Gino Cervi e Fernandel, quest’ultimo interpreta come al solito il famoso parroco di campagna Don Camillo, a Cervi invece viene affidata la parte del Sindaco comunista. Il film vista anche l’anzianità di produzione è stato già visionato parecchie volte dai telespettatori italiani, esso andrà nuovamente in onda il 3 novembre alle 21.30 su Rete 4. Ma ecco nel dettaglio la trama del film.
IL RITORNO DI DON CAMILLO, LA TRAMA DEL FILM COMMEDIA
La pellicola inizia con Don Camillo relegato per punizione del Vescovo presso la piccola parrocchia di montagna del paesino di Montenara. Qui l’irruente parroco svolge il suo ministero alla sola perpetua, e sconta la sua pena rivolgendosi ogni tanto al Creatore, con cui intavola grosse discussioni. A Brescello intanto, Peppone cerca di far fronte ai tanti problemi derivante dal dopo guerra, facendolo non ha neppure l’aiuto del nuovo parroco mandato a sostituire il suo “nemico”. In una disputa Peppone ferisce un compaesano, egli crede di averlo ucciso e per avere consiglio si reca a Montenara da Don Camillo. Il prete nonostante l’inimicizia lo aiuta e riesce a risolvere la disputa, come ricompensa Peppone va dal Vescovo per richiedere il trasferimento a Brescello di Don Camillo. Il Sindaco viene accontentato anche se il Vescovo lo avverte che non ritrasferirà mai più il prete. Al suo arrivo Don Camillo deve subito menar le mani, deve infatti sedare una rissa scoppiata alla casa del popolo durante un incontro di Boxe, il combattimento era stato organizzato dal Sindaco per evitare un bagno di folla per il ritorno del prete. Tante sono le contrapposizioni che come al solito nascono tra le due persone più importanti di Brescello, alcune sono risolte a suon di pugni, per altri ci vuole solamente astuzia e pazienza. In una di queste Don Camillo deve mettere tutta la sua pazienza per convincere il figlio di Peppone a tornare a scuola, dopo che il ragazzo era scappato di casa. In un’altra Peppone e Don Camillo riconoscono l’ex gerarca fascista Marchetti, quest’ultimo nel passato aveva fatto bere olio di ricino al comunista e da lui è costretto adesso a sottostare alla stessa “punizione”. Veramente esilarante la scena in cui Sindaco e Parroco continuano a spostare la lancetta della casa del popolo e del campanile, entrambi fanno la corsa all’ora esatta, l’unico risultato è però che in paese non si sappia più che ora sia. La scena finale vede Don Camillo rintanato sulla torre del campanile, il paese di Brescello è allagato per una paurosa alluvione, egli da lassù manda parole di conforto ai suoi compaesani.