Tra lavoro e vita privata, Michele Morrone a tutto tondo ai microfoni di Storie Italiane. Il 28enne ha fatto il punto della situazione sui prossimi progetti: «Mi sono trasferito per lavoro, non potevo fare avanti e indietro da Milano a Roma. Sto girando questo film che si intitola Duetto con il grande Giancarlo Giannini: ci siamo conosciuti per la prima volta a Ballando con le stelle, poi sulla riunione antecedente al set del film. Era zitto e seduto che ascoltava, devo dire che passare dieci giorni sul set con lui equivale a tre anni di Accademia di recitazione: è veramente un grande attore, sul set si presenta con il suo copione, legge il suo copione e dice “sì, possiamo iniziare”. Mi ha dato qualche consiglio, ma non posso dirlo… (ride, ndr)». Michele Morrone, che sarà tra i protagonisti del nuovo film di Giulio Base (Bar Giuseppe, ndr), ha poi parlato dei suoi due figli Marcus e Brando, nati dalla storia con la stilista libanese Rouba Saadeh: «Sono ormai sette mesi che non li vedo perché io e la loro mamma ci siamo divisi: loro sono tornati a Beirut. Sono sette mesi che non li vedi e Brando ormai è cresciuto. La cosa che mi fa più male è che, a differenza di Marcus, Brando non capisce ciò che dico perché parla un’altra lingua. Loro vanno all’asilo, fanno le loro attività e quant’altro, ma sette mesi iniziano a diventare tanto: mi mancano come l’aria, i figli sono carne della tua carne».
“MI SONO RESO CONTO DI AVER BRUCIATO DELLE TAPPE NELLA MIA VITA”
Prosegue Michele Morrone, che avrebbe una relazione con Elena D’Amario secondo i portali di gossip: «Loro non mi vedono neanche tanto come un padre: non sono il classico padre autoritario, mi incavolo solo quando litigano tra loro due o se mancano di rispetto alla loro mamma. Ma se fanno la marachella di turno… Sette mesi sono duri: appena finisco le riprese di una serie che sto girando e del film, andrò a trovarli». Una battuta sul rapporto con Rouba Saadeh: «Siamo rimasti in buoni rapporti: abbiamo un rapporto estremamente intelligente. Non ci sono neanche avvocati di mezzo. E’ stata una scelta contemplata da tempo quella di separarci, è finita proprio perché mi rendo conto di aver bruciato delle tappe nella mia vita: mi sono reso conto di aver fame di libertà. Non voglio sembrare egoista: rimarrò sempre il loro papà. Se ami davvero una persona superi tutto, alla base non c’era più quel sentimento forte che c’è tra due persone. Quando viene a mancare questo elemento essenziale, a 28 anni mi precludo una storia d’amore forte perché ho due figli? No!».