Protagonista di A raccontare comincia tu, Paolo Sorrentino ha parlato a Raffaella Carrà della morte dei suoi genitori: «Io ho la vita salva grazie a Maradona e al Napoli: quando sono morti i miei genitori, erano andati in una casa di montagna che avevamo e andavo sempre anche io. L’ultima volta che non sono andato è perché mio padre mi aveva consentito di andare a vedere il Napoli in trasferta a Empoli. Mi ha consentito di andare, la ragione per cui non mi trovavo in quella casa era quella. La passione salva ma uccide pure, mio padre aveva la passione per lo sci: sono le cose della vita». Prosegue il regista premio Oscar: «Sono dolori enormi, non ci si libera più: si attutiscono, si trasformano, uno dei tanti tipi di dolori che a una determinata età condizionano la vita. Non necessariamente in peggio: i dolori sono anche portatori di trasformazioni intelligenti. Da un lato dà e dall’altro toglie. La sensazione inconscia è quella di un abbandono seppur non deliberato, ma è quello». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA SCOMPARSA DI PADRE E MADRE DI PAOLO SORRENTINO
Pochi sono a conoscenza di un fatto drammatico che riguarda Paolo Sorrentino e che ne ha profondamente segnato l’adolescenza e, in linea più generale, l’intera vita: la morte dei suoi genitori. Il fatto, assolutamente drammatico e devastante, avvenne quando il regista napoletano aveva appena 16 anni, un colpo durissimo per un ragazzo che si sta appena affacciando alla vera vita. Per di più, la perdita fu di entrambi i genitori nello stesso momento, uccisi da una incontrollata perdita di gas. Un fatto assolutamente surreale e difficile da accettare appieno, soprattutto perché avvenuto a metà degli anni Ottanta, in un’epoca in cui la tecnologia umana aveva fatto già diversi passi in avanti e raramente accadevano cose del genere. Alla luce di questo drammatico episodio, quindi, possiamo forse rileggere l’intera figura di Paolo Sorrentino, forse perdonandogli qualche difetto di troppo.
PAOLO SORRENTINO E LA MORTE DEI SUOI GENITORI: “I MORTI RESTANO CON NOI”
Dopo tanti anni dall’increscioso fatto parlare della morte dei propri genitori non crea più alcuna difficoltà al riguardo: l’evento, il lutto, è stato assorbito e superato, anche se deve aver lasciato inevitabilmente alcune cicatrici nell’animo di Paolo Sorrentino. Così, intervistato al riguardo da Grazia, il regista premio Oscar per La grande bellezza ha dato una visione lucida e forse un po’ cinica di quanto è avvenuto quel maledetto giorno: “Credo fermamente che le morti violente siano una caratteristica dell’umanità, in fondo ci sono sempre state nella storia e i miei genitori non sono certamente stati i primi. Comunque sia io vengo da una famiglia napoletana dove si raccontavano spesso storie di defunti che in qualche modo si mettevano in contatto con i vivi. Si raccontavano tanti aneddoti, ancora me li ricordo e francamente ci credo. I morti in qualche modo restano sempre al nostro fianco, ci guardano da qualche parte.”
PAOLO SORRENTINO: “MARADONA MI HA SALVATO LA VITA”
E se per Paolo Sorrentino i morti restano ancora con noi, è vero anche che il destino, o forse Dio, quel giorno lo salvò. Già, perché se tutto fosse andato come doveva andare quel giorno, in quella casa ci doveva essere pure lui. E quindi oggi non staremmo a parlare di premio Oscar, di Grande Bellezza e di cinema italiano. Ecco il suo resoconto: “Devo dire che a salvarmi la vita fu Diego Armando Maradona. Quando ero ragazzo chiedevo sempre a papà di andare in trasferta a vedere il Napoli, ma lui mi diceva che ero troppo piccolo, ma quel giorno acconsentì. Empoli-Napoli. Così non andai a fare il solito week-end nella casetta a Roccaraso dove poi avvenne la tragedia per una stufa. Quando tornai dalla partita fui avvertito che mamma e papà avevano avuto un incidente: se non fossi andato a vedere la partita oggi non sare qui a raccontarlo. La mia salvezza la devo al destino. E a Diego Armando Maradona.” Inutile sottolineare che rischio ha corso il cinema italiano: e dove mai lo avremmo trovato un altro Paolo Sorrentino?