Vanno in onda questa sera, su Canale 5 alle 23.30 il quinto e il sesto episodio de Il mostro di Firenze, come era chiamato l’autore (o gli autori) che tra il ’68 e l’85 si macchiò di 8 duplici omicidi nella provincia di Firenze.
Il procuratore Vigna, in vista del processo d’appello di Pacciani, consapevole della debolezza e dalla scarsità delle prove, decide di affrontare il caso sotto una nuova luce e chiama il commissario il commissario Michele Giuttari il quale, rileggendo gli atti e ricostruendo minuziosamente i delitti, si convince che il mostro non era da solo ma che aveva agito con dei complici. Renzo decide di consegnarli un faldone che contiene un dossier, riguardante tutte le indagini da lui condotte sulla morte di sua figlia Pia. Il processo, intanto è alle porte, e il tempo per trovare i complici stringe. Le indagini portano Giuttari ad un amico del mostro, Giancarlo Lotti che, interrogato, crolla
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L’uomo confessa che, fin dal 1982, fece da palo agli omicidi perpetrati dal mostro. Anzi, dai mostri. Gli omicidi sarebbero stati compiuti anche da Mario Vanni, il postino di San Casciano, del quale Giuttari traccia un profilo: violento, perverso, e come Pacciani frequentatore delle prostitute della zona. Fu Vanni a molestare Pia Rontini nel suo bar. La corsa contro il tempo per dimostrare la loro colpevolezza, tuttavia, non ha buon fine. Lotti e Pacciani muoiono e Vanni è in carcere. Si potrebbe mettere una pietra sopra al caso. Eppure, nella mente di Giuttari, si fa largo un’ipotesi: io mostri avrebbero potuto agire su mandato di qualcun altro.