C’è posta per te 2019 inizia in grande stile: niente stravolgimenti, perché uno script che funziona non si cambia. Non è un caso che si usi la parola “script”, “copione”. Le storie sono più o meno tutte uguali, tutte sul filone dell’ultra-emotivo. Immancabili i bambini in veste di angioletti e i postini che s’improvvisano fioristi. La prima è stata caratterizzata da un’elevata dose di amore (tanto per cambiare). Per quanto sia un termine inflazionato, però, la De Filippi riserva sempre sorprese. Così scopriamo che “amore” fa rima con “tumore”, ed effettivamente nessuno ci aveva mai pensato. È un accostamento singolare, ma non azzardato. Non per Giulia e Matteo, almeno, i protagonisti di una storia a dir poco commovente. Tanto che Alessio Sakara riporta in auge una storiella di Platone: “Si dice che gli uomini avessero quattro gambe e quattro braccia, una volta”. E anche due teste, già che ci siamo. “A un certo punto, però, Zeus decise di dividerli: le due parti sarebbero vissute come esseri umani distinti. Ma solo ritrovandosi ci sarebbe stata armonia”.



C’è posta per te 2019: storie d’amore

Molto romantico, come concetto. Nel caso non si fosse capito, a C’è posta per te 2019 si parla di anime gemelle. È proprio il caso dei due ragazzi protagonisti: entrambi sulla ventina, ne dimostrano in realtà molti di più. Il merito/la colpa va al linfoma di Hodgkin, la malattia che hanno condiviso. Ironia della sorte, lui si è innamorato di lei quando era malata. Ha accettato di incontrarla a condizione di vaccinarsi. Giulia, infatti, aveva il sistema immunitario a pezzi, e sarebbe stato imprudente uscire con lui. Ma Matteo era letteralmente disposto a tutto (e insieme hanno affrontato di tutto). Dopo un po’ è arrivata la sua, di diagnosi: “Mi amava così tanto da prendersi la mia malattia”, commenta dolce Giulia. Adesso sono sposati e non vedono l’ora di avere “due” bambini. “Li chiameremo Viola e Tommaso”, affermano decisi. Che ostinati: non viene difficile immaginarli guerrieri.



Tradimenti e (mancati) perdoni

Quella di Francesco e Rosella è un’altra storia (d’amore) a lieto fine. Lui ha tradito lei con una donna rumena, e prima ancora si era intrattenuto con un’altra signorina rovinando l’idillio matrimoniale. Rosy l’ha perdonato, ma lui ci è ricascato una terza volta (anche se nega). Insomma, Francesco ce l’ha per vizio. Franco potrebbe giurarlo: Francesco non cambierà mai. Sarà che sono nemici, rivali per natura, essendo l’uno suocero e l’altro genero, ma Frank è molto protettivo nei confronti della figlia. Fatto sta che lei lo perdona con buona pace del padre. È poi il turno di Maria e Sara, rispettivamente madre e figlia di Tito, un camionista della provincia di Torino. Tito ha sposato Alexandra, la donna che lo avrebbe allontanato dalla famiglia. Con Sara, dicono, non ha contatti da sette anni. E Maria non glielo perdona facilmente: “Fai schifo”, apostrofa il figlio. Tito si difende tirando in ballo la famosa armonia: “Loro me la rovinano”. E così la busta si chiude.

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