“Amatela una mamma finché è accanto a voi. Ogni singolo giorno. Perché quando non ci sarà più vi renderete conto di cosa significa. Fidatevi. #cepostaperte”. Questo l’insegnamento più grande tratto dal pubblico di C’è posta per te. Gli autori fanno un bel collage: “Maria GENIO che dopo la storia delle tre che ripudiano la madre, ci piazza quella del figlio che, pur non avendola mai vista la madre, le vuole bene e la abbraccia come se non l’avesse mai abbandonato #cepostaperte”. “Lei voleva soltanto un futuro migliore per suo figlio, si sono aspettati per 45 anni. Lei ogni sera pregava e lo pensava, mentre lui piangeva, aveva il desiderio di sapere chi fosse: BEST STORIA EVER #cepostaperte”. Poi c’è mamma Carmela, che il suo “bambino” l’ha perso per prima: “La madre che nonostante l’incidente del figlio, prega che lui possa tornare a casa di mattina a fare colazione insieme a lei con il loro solito cornetto, mi fa letteralmente male al cuore. Perchè l’amore è aspettare sempre. #cepostaperte”. (Aggiornamento di Rossella Pastore)
Le storie commuovono tutti gli ospiti
In una parola: lacrime. Questa, in estrema sintesi, la terza puntata di C’è posta per te. Tutti piangono, da Gerry Scotti a Giulia Michelini. I protagonisti sono fontane. Gli antagonisti, pure. Specie quando dire di “no” e spezzare il cuore di chi si ha davanti costa un po’ di fatica. Ogni storia, però, deve avere un fine. Che esso sia “lieto” oppure no, sta ai personaggi deciderlo. Esistono poi i finali semiaperti e semilieti: prendi il racconto di Francesco, papà di Antonio e di due gemelli, Salvatore e Michele. Solo questi ultimi accettano di riconciliarsi; Antonio non ci pensa proprio. Nemmeno i gemelli, a dire il vero, sono troppo convinti. “Deve prima assicurarci che tornerà a casa”. Francesco fa il nomade da troppo tempo. Poco prima della loro entrata, le sue intenzioni non erano diverse. Ma dopo aver visto i figli si è persuaso a cambiare rotta. Per l’ultima volta; quella definitiva, si spera.
C’è posta per te 2019: l’esperienza di Gerry Scotti
Gerry Scotti si commuove quando ripensa a suo padre. Il pretesto è il “grazie” di un figlio al suo – di papà, – il tutto davanti alla famiglia riunita. “Lui lavorava al Corriere della Sera”, inizia Gerry, “era un operaio. Spesso aveva il turno di notte e io lo vedevo pochissimo, perché di giorno riposava. Ma quei pochi minuti, pochi secondi passati con lui hanno lasciato il segno”. Detto questo scoppia in lacrime. Giulia Michelini si accoda, quando Cinzia la interpella per una storia simile. Questa volta, però, si parla di una madre e di una figlia. Cinzia vuole ringraziare Carmela, che le è sempre stata vicina dalla scomparsa del fratello. Lorenzo è morto in un incidente stradale e da allora sono sole. Cinzia è reduce da una brutta crisi, che l’ha portata a rifiutare tutto e a barricarsi in casa. Ma ora è tempo di ricominciare: insieme, si spera.
L’adozione
Antonino è alla disperata ricerca della madre biologica. Lui ancora non lo sa, ma si chiama Maria Rosaria ed ha accettato l’invito. Anzi: se lui non l’avesse preceduta, lei stessa l’avrebbe cercato. Il suo timore più grande, insomma, si rivela infondato. Maria Rosaria è lì per vederlo e non vede l’ora. Ha con sé le foto di lui da bambino, che mostra fiera alla telecamera. “Le ho portate perché speravo fosse lui”. A C’è posta per te sono molto teatrali: prima le mostrano il nipote (che lei non conosce), sperando magari che la somiglianza lo tradisca. Ma alla prima busta, niente. Si apre dunque la seconda busta; l’inquadratura si allarga, ed ecco finalmente il figlio abbandonato. “Non ti giudico”, precisa Antonino. Poi però chiede implorante: “Perché l’hai fatto?”. Maria Rosaria è imperturbabile. Le spiegazioni arriveranno a telecamere spente, perché per il momento basta un abbraccio.