Che tempo che fa 2018 inizia con l’appello di Luciana Littizzetto. “In Rai, a Milano, abbiamo un problema grandissimo: le zanzare in camerino. Ci sono zanzare e cimici. Ma a cosa servono?”. Probabilmente, a fare questo inizio velatamente comico. E’ il prodromo adatto a quello che segue: il monologo della Littizzetto è spontaneo, divertente e – al solito – estremamente concreto. Si inizia col dovuto ringraziamento a Matty ed Ely (Matteo Salvini ed Elisa Isoardi), che le hanno regalato un sacco di materiale per il monologo. Si fa presto a fare ironia: da Gio Evan (“che sembra il cugino di Caparezza”) alla foto ai limiti dell'”hot”, Lucianina si diverte un sacco. Non manca il riferimento a un’altra coppia del mondo dello spettacolo: Asia Argento e Fabrizio Corona. “In confronto Morgan era un chierichetto”.



Che tempo che fa 2018, giornalisti e… insulti

La pagina economico-politica di Che tempo che fa 2018 è ampia e varia. I protagonisti sono anche antagonisti (tra loro): Rocco Casalino e Paolo Gentiloni. Il primo, da portavoce del Governo, spiega la sua uscita infelice durante una lezione di giornalismo. Se n’è parlato a lungo: in quel video, Casalino manifesta la sua presunta insofferenza nei confronti delle persone down. Cosa ne dicono, gli esponenti politici del MoVimento 5 Stelle? “Io sono cambiato. Loro mi conoscono personalmente, e sanno che quelle uscite non mi rappresentano”. Gli stessi “grillini” – stavolta in senso stretto – si sono resi protagonisti di uscite infelici. Dopo l’assoluzione del sindaco Raggi, Di Battista ha usato parole forti: “I giornalisti sono put*ane”. Anche Casalino è un giornalista: “La politica ci ha abituato a un linguaggio forte. Non sono un politico, ma dal punto di vista comunicativo serve, ‘funziona’”. La aggiungiamo all’elenco delle uscite forti, provocatorie e “funzionali”.



Politica, musica e cinema

Per Paolo Gentiloni, Salvini si culla sugli allori di Minniti. Non solo: “Fa propaganda sulla pelle di cento poveracci”. Per tornare a vincere, il Pd dovrebbe fare alleanze. Lo ha detto lui stesso qualche mese fa. Perché, allora, coi 5 Stelle non è andata bene? “L’accordo non era possibile. Mi rivolgo al Governo per dirgli di correggere questa manovra economica. Il problema non è cedere ai diktat europei”. Non si tratta, insomma, di una sfida a due tra Italia e Bruxelles. L’Europa non è e non è mai stata un corpo avulso alla Nazione. Anche dire “ce lo chiede l’Europa” presuppone un affrettato e forzoso distacco tra due entità complementari. Momento più leggero con Ennio Morricone e Giuseppe Tornatore. Entrambi si confrontano con il passato… e il futuro. Perché sono passati “solo” 90 anni dalla nascita del genio. E ancora ce n’è, di strada da fare…

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