Ultima puntata per Che tempo che fa; è l’ultima prima di Natale, ma – per dirla con la Littizzetto – potrebbe essere l’ultima in assoluto. In studio ci scherzano su: “Caro Babbo Natale”, inizia Luciana, “trova un posto per Fazio, che sarà presto disoccupato”. Corrono voci, ma per ora nessuna certezza. Nel monologo, Lucianina infila anche qualche riflessione: “Quest’anno non sono stata proprio un angelo. Ne ho dette a destra e a manca, e si sono inc***ati soprattutto quelli di destra. Perché la sinistra… manca”. Quest’ultima si becca l’applauso: “Caro Gesù Bambino, insieme a san Giuseppe e alla Madonna, se hai bisogno di un posto dove nascere, segnati ‘sto nome: Mimmo Lucano”. Il sentimentalismo non manca mai, nella letterina di Luciana. Ci pensa Frassica ad alleggerire i toni, con un umorismo senza troppe pretese: “Organizzo feste di Capodanno”, l’annuncio su Novella Bella. “Ultime date disponibili: 23 e 27 dicembre”.



Magia a Che tempo che fa

Epic fail per Silvan e il suo “miracolo profano”. Con in mano il mazzo d’ordinanza, invita tre ospiti a memorizzare una carta. Classico dei classici: dovranno “fissarla” nella mente, mentre lui tirerà a indovinare. L’esperimento fallisce con Christian De Sica. “Manteniamo la calma”, invita il mago (dell’aplomb). La sua voce è sempre così melliflua… non sarà mica una scusa per farci addormentare? Così avrebbe tutto il tempo di agire indisturbato. “Calma”, ribadisce Silvan, “siamo in diretta”. Probabilmente lo dice a se stesso. L’imprevisto, una volta in più, è un’occasione di grande spettacolo. Ne sa qualcosa Vincenzo Mollica, maestro di spettacolo in tutte le forme. Il titolo della rubrica (Doreciakgulp) richiama almeno 3 arti: la musica, il cinema e la letteratura, in una commistione di generi che si riassume in un nome e cognome. Quale? Vincenzo Mollica (o Paperica).



Il cinema

“Io voglio portarmi a casa il signore”, dice Favino nei panni di D’Artagnan. Il signore di cui parla è “quello che ride tra il pubblico”. Non è colpa sua se è vestito così. Con la mise del moschettiere, Pierfrancesco fa proprio sbellicare. La sua “persona” non esce mai: adesso è il “personaggio”, che parla mezzo francese ed è un po’ svampito. I moschettieri del re, dal 27 dicembre al cinema, è il “remake” che lo vede protagonista [insieme a Margherita Buy, ndr]. Stasera lo presenta con la simpatia e l’estro che lo caratterizzano. È scontro (quasi) diretto con Christian De Sica, di nuovo in sala con Amici come prima. Anche lui punta sull’ironia: “È la reunion mia e di Boldi: siamo come Al Bano e Romina”. Della serie: a volte ritornano (anche “insieme”).

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