Salvatore Ficarra e Valentino Picone protagonisti in teatro con Le Rane di Aristofane, il duo comico si racconta ai microfoni di D – La Repubblica. E stato il primo a spiegare il perché di questa scelta: «E’ Le Rane che ha scelto noi. Ci è stato proposto due anni fa all’Istituto Nazionale Dramma Antico, che gestisce il Teatro greco di Siracusa. Che esperienza è stata? Bellissima, perché è un testo meraviglioso, ci sono tutti i giochi comici: equivoci, scambi di persona, travestimenti… Sicuramente Aristofane aveva in mente di farlo interpretare ai comici». Valentino Picone poi parla di Palermo, dove i due comici hanno trascorso l’infanzia, e del suo cambiamento: «L’ho vista trasformarsi anno dopo anno, in meglio, soprattutto nel senso civico. Ci sono un rispetto per la città e per le cose comuni, e una consapevolezza che la mafia è il peggiore dai mali, ben diversi da 40 anni fa. Anche grazie ai sacrifici degli eroi che ci hanno spianato la strada».



FICARRA E PICONE SULLA LEGA E SUL #METOO

Recentemente ospiti di Che tempo che fa, Ficarra e Picone hanno parlato della Lega e di Matteo Salvini, analizzando il cambiamento da partito del Nord a partito nazionale. Ai tempi di Zelig il duo comico ironizzava molto sul Carroccio, ecco il commento ‘serio’ di Valentino Picone: «Lui ti cita, e ti arrivano gli insulti. Uno dovrebbe farsi intimorire, ma a noi non succede. Nel periodo caldo della Lega, 2005-2006, per le minacce avevamo la scorta, prima del nostro arrivo i teatri venivano bonificati. Abbiamo fatto delle denunce, qualcuno è stato individuato. Il problema è che non c’è memoria, ci si è dimenticati del clima dell’epoca: i professori del sud che dovevano tornare a casa, il sud parassita, Roma ladrona… e noi sul tema facevamo battute. Il web usato per eccitare gli animi? Ma con l’umore della gente non si scherza. I giochi al massacro non vanno bene. Tuttora riceviamo minacce, anche se meno. Passerà, ma è imbarazzante». Una battuta anche sul #MeToo: «Capitato di vedere comportamenti sgradevoli? A noi personalmente no. Ma quanto accade nello spettacolo accade anche in altri mondi. Non bisogna mai perdere il rispetto per le donne. Senza farsi prendere dal panico, però».

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