Andra e Tatiana Bucci sono due delle poche bambine sopravvissute all’Olocausto. “Ci siamo riuscite perché eravamo molto simili, e Mengele ci scambiò per gemelle. Ci voleva per degli esperimenti, insomma, ma alla fine ci venne prelevato solo un po’ di sangue”. C’è un’altra spiegazione: “Una responsabile delle baracche si era affezionata a noi, perciò ci salvò. Aveva potere di vita e di morte”. La vita dei bambini, ad Auschwitz, era incredibilmente “giocosa”. “Passavamo il tempo giocando, anche se è difficile credere. D’inverno facevamo battaglie di palle di neve”. La blockova, che le aveva prese a benvolere, intimò loro di non fare mai “passi avanti”. “Quando verrà chiesto ‘chi vuole vedere la mamma?’, voi non muovetevi”. Si trattava di un orribile tranello: i bambini che avanzavano, infatti, venivano immediatamente condotti dal “dottore”. Tra questi ci fu Sergio, il loro cuginetto. “Gli fu iniettato il virus della tubercolosi, e morì impiccato a un gancio di macellaio”. [agg. di Rossella Pastore]
IL CARTONE ANIMATO
Nel Giorno della Memoria, Andra e Tatiana Bucci saranno ospiti di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”. Le sorelle di origine ebrea superstiti dell’Olocausto hanno scritto un libro con la loro testimonianza, intitolato “Noi, bambine ad Auschwitz – La nostra storia di sopravvissute alla Shoah”. Andra e Tatiana sono convinte che raccontare l’Olocausto sia la migliore garanzia perché l’orrore non ritorni mai più. Le due sorelle, nate a Fiume da padre cattolico e madre ebrea, furono deportate ad Auschwitz insieme al cugino Sergio De Simone e alle loro mamme. Lì furono scambiate per gemelle, un particolare che le ha salvate dalla camera a gas: furono risparmiare per essere invece usate come cavie per gli esperimenti condotti dal dottor Joseph Mengele. E sono tra l’altro tra i pochi a sopravviverne. Questo le rende testimoni importanti sul funzionamento del campo di concentramento e sugli esperimenti che vi erano compiuti. A loro comunque è stato dedicato anche un cartoon, “La Stella di Andra e Tati”, il primo film di animazione sull’Olocausto per far conoscere la Shoah anche ai ragazzi.
ANDRA E TATIANA BUCCI, IL POTERE DELLA MEMORIA
Andra e Tatiana Bucci sono instancabili custodi della Memoria. Nel loro libro sono tornate indietro al tempo della prigionia ad Auschwitz, da cui sono sopravvissute grazie alla loro mamma. «Ogni giorno nel campo, finché l’abbiamo potuta vedere, ci ha ripetuto: “Ricordatevi sempre come vi chiamate, ripetete ogni giorno il vostro nome e il vostro cognome”». Alla loro identità sono rimaste attaccate, anche quando hanno cominciato a parlare tedesco, ceco e poi inglese, anche quando sembrava tutto perduto. Per tantissimi anni la loro storia, la storia delle due sorelle quasi gemelle che sopravvissero alla più grande fabbrica della morte della storia, è stato un fatto privato. Lo storico Marcello Pezzetti è stato il primo a raccontarla nel 1994. Dopo mezzo secolo ruppero il silenzio: Andra e Tatiana Bucci capirono il potere consolatorio della memoria e quindi nel 1995 trovarono il coraggio per tornare in quel campo dove furono sterminate nove persone della loro famiglia. Da allora ci sono tornate spesso, soprattutto per accompagnare gli studenti.
“LE SELEZIONI UN BIVIO TRA LA VITA E LA MORTE”
Tra le pagine del loro libro parole strazianti su quel forno crematorio da cui uscivano le anime. «Avevamo costruito un senso di normalità per difenderci dall’orrore. Non ricordiamo di aver mai provato paura, forse perché così piccole non sapevano cosa fosse la morte». Andra e Tatiana Bucci sono tra i pochi bambini sopravvissuti alla Shoah. «Le selezioni che le guardie naziste facevano periodicamente tra noi piccoli, erano ogni volta un bivio tra la vita e la morte». Con gli anni hanno capito che l’essere rimaste insieme le ha aiutate a sopportare le privazioni subite nei loro undici mesi ad Auschwitz. E poi c’è il ricordo della mamma: «Nel campo di concentramento sfidava la morte per venirci ad abbracciare». Non è facile per loro parlare, soprattutto con i più piccoli, ma è importante. «Viviamo in un’era in cui è facile venire raggiunti e influenzati da ostilità, paure e pregiudizi nei confronti di chi non è come noi». Ma loro sono una testimonianza importante: «Siamo la prova vivente che non è necessario ripagare l’odio con altro odio».