Fabio Fazio ospite Fransceco Scianna protagonista de “La stagione della caccia” e in collegamento da Milano c’è il regista e scrittore Andrea Camilleri che si racconta. “La mia città Vigata è Porta Empedocle, un porto aperto, accogliente” dice Andrea Camilleri tra gli scrittori più amati ed acquistati di sempre dal pubblico italiano. Fabio Fazio domanda “qual è il suo libro preferito?”, il regista risponde senza alcun dubbio: “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni è il mio libro preferito, anche se il romanzo che a quindici anni mi segnò la vita è “La condizione umana” di André Malraux , mentre quello mio riuscito meglio è “Il re di Girgenti”. Poi in studio arriva Roberto Saviano che ringrazia il drammaturgo per le sue parole di stima ed affetto. Poi Fabio Fazio domanda se c’è qualcosa che lo preoccupa: “Non mi preoccupa solo l’Italia, ma il mondo intero. Stiamo tornando indietro”. Le speranze del regista e drammaturga sono riposte poi nell’essere umano: “ho una fiducia sconfinata nell’uomo e nella donna, nell’umanità, io credo che l’umanità riuscirà ad uscire bene da qualsiasi situazione e questa fiducia mi dà fiducia e speranza”.  (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



ANDREA CAMILLERI: “ASCOLTARE SEMPRE LE RAGIONI DEGLI ALTRI”

Accolto tra gli applausi del pubblico, Andrea Camilleri in collegamento da Milano è uno degli ospiti più attesi della puntata di “Che tempo che fa”. Fazio lo definisce una colonna portante della Rai e Camilleri dice: “Lei mi atterrisce, io non posso essere l’unica persona non mi lasci in questa solitudine, penso che ci siano migliaia di persone come me, persone comuni che probabilmente non hanno la possibilità di esprimersi, ma non credo di essere il solo e poi colonna portante della Rai come me lo spiego? Perché non prova a spiegarmelo lei? Posso dire solo qual è il mio approccio con una realtà come questa. Ho avuto due lezioni, una diretta e una indiretta. La prima nel ’49 quando diedi l’esame come allievo regista per l’Accademia d’Arte Drammatica. Alle fine dell’esame il maestro di regia mi disse “sappia che io non condivido nulla di ciò che lei ha scritto e detto in queste esame”. Poi ha rincontrato il suo Maestro: “non condividere non significa che il pensiero o le opinioni dell’altro sono sciocche, solo che non le condivido”. “Ascoltare sempre le ragioni degli altri” sottolinea il regista. La seconda lezione indiretta è avvenuta un giorno con Leonardo Sciascia. Poi il drammaturga parla anche della polemica dei migranti dell’ultimo episodio de Il Commissario Montalbano: “nel mio romanzo ho raccontato quello che succedeva nel mio porto e portava a terra centinaia di migranti raccolti in mare. Questa è storia, è cronaca, nessuna polemica”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



ANDREA CAMILLERI OSPITE DI CHE TEMPO CHE FA

Andrea Camilleri è tra gli ospiti del nuovo appuntamento di “Che tempo che fa“, il programma condotto da Fabio Fazio la domenica sera su Rai1. L’autore de Il Commissario Montalbano torna in tv a pochi giorni dalla Nastro d’Argento Speciale vinto per “Conversazione su Tiresia”, un’opera teatrale che ha conquistato tutti e che prossimamente sarà anche oggetto di una serie televisiva. Il premio è stato consegnato nella città di Roma con i vari vincitori dei premi dei Giornalisti Cinematografici. Un riconoscimento importante che si va a sommare ai tantissimi ricevuti allo sceneggiatore e regista che è tra gli scrittori più acquistati dell’anno. Del resto le sue opere, in particolare quelle legate al Commissario Montalbano sono un successo di critica e pubblico.



Andrea Camilleri: “Montalbano è nostro”

Tra gli ultimi libri di Andrea Camilleri c’è anche “Ora dimmi di te”, pubblicato lo scorso agosto e dedicato alla piccola Matilda, la prima pronipote del regista e scrittore italiano. Un’opera che Camilleri ha voluto dedicare alla piccola come ha raccontato a Vanity Fair: “A Matilda, che ha quattro anni, è dedicato il libro Ora dimmi di te, che uscirà il 29 agosto. Non è un romanzo, ma una sorta di autobiografia di Camilleri, sotto forma di lettera alla bambina. Il bisnonno racconta la sua infanzia in Sicilia, l’Italia sotto il fascismo, il ’68, anno in cui occupò l’Accademia d’arte drammatica di Roma insieme agli studenti, il teatro e la televisione e, ovviamente, la nascita di Montalbano”. L’autore di Montalbano è consapevole di aver creato un mito: “ogni tanto qualcuno mi scrive: lei la deve finire di prestare le sue idee politiche a Montalbano. Montalbano è nostro e non le appartiene più”.

Andrea Camilleri e la politica

Al di là della scrittura, Andrea Camilleri si è sempre interessato anche alla politica. Sin da bambino, infatti, il regista e scrittore è stato incuriosito dalle ideologie politiche: “da ragazzi eravamo fascisti e credevamo che quella fosse l’unica possibilità politica” ha raccontato. Poi crescendo le sue ideologie sono cambiate; a giocare un ruolo decisivo è stato un raduno internazionale della gioventù nazifascista tenutosi a Firenze: “Parlò Baldur von Schirach e delineò l’Europa del futuro in caso loro avessero vinto la guerra, cosa di cui erano certi. Io mi vidi all’improvviso dentro un casermone grigio, tutti in divisa, con un unico libro da leggere, il Mein Kampf di Hitler. Provai una sensazione di terrore”. Nonostante l’interesse per il mondo della politica, Camilleri non si è mai candidato, nemmeno quando il Pc gli offrì una candidatura oppure quando dei vescovi siciliani volevano farlo diventare senatore a vita: ” Li ho pregati quasi in ginocchio per evitare una cosa simile”.