E’ un’esperienza da cui trarre esempio quella condivisa da Chiara Amirante, fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti ospite a Che tempo che fa. L’ideatrice della “spiritherapy” ha spiegato:”Io ho capito che l’ascolto può fare la differenza. Ormai sono migliaia i ragazzi accolti, che mi dicono ‘Chiara portaci via da questo inferno’, io ne sentivo la necessità. Se ho rinunciato alla mia vita? Mi sono accorta che c’era un popolo che gridava e non potevo restare indifferente. Ho iniziato a cercare una comunità dove accoglierli”. Punto fondamentale diventa la necessità di ascoltare gli altri ma anche noi stessi: “Mi sono accorta vivendo accanto a giovani con situazioni di disagio che anche nelle scuole l’80% vive queste nuove povertà di oggi: l’abuso di sostanze stupefacenti, alcol, anoressia, bulimia. Questo miraggio del successo ti fa sfociare nel malessere dell’anima a cui i giovani non riescono a dare risposta e si stordiscono con poli-dipendenze. Se io dovessi riassumere il grido che ho ascoltato in un popolo ormai sterminato è ‘ho bisogno di amore, ho paura di amare’. (agg. di Dario D’Angelo)



CHIARA AMIRANTE

Chiara Amirante, scrittrice, personaggio televisivo e fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti, non si limita all’apostolato vis-à-vis. Ultimamente è entrata a far parte della classifica dei “cattolici più influenti” stilata da Aleteia, tra “don Social” Fabio Rosini e lo scrittore di almanacchi Giovanni Scifoni. D’influencer di nome Chiara ce n’era già una; ma qui non si parla della Ferragni. La sua platea, un po’ meno estesa, è però altrettanto presente. La pagina Facebook che porta il suo nome raggiunge 300mila persone, mentre il profilo Instagram – aperto di recente – è a quota 26mila follower. Un bel risultato, per una 52enne sprint che – per attività e attivismo – ne dimostra almeno 10 in meno. Stasera è ospite a Che tempo che fa per presentare La guarigione del cuore, il suo nuovo libro sulla “spiritheraphy”, l’arte di amare e la conoscenza di sé. Chiara non si limita alla scrittura e ai social media: di fatto è partita dalla tv, con le ospitate da Enzo Biagi, ad A Sua immagine, Sulla via di Damasco, La strada dei miracoli e in diversi programmi di Tv2000.



Chiara Amirante chi è? La “webstar”

Chiara Amirante intercetta il “grido inascoltato del popolo della notte”, quel “malessere provocato da veleni come il narcisismo, l’egoismo, il consumismo”. Ad Avvenire racconta il suo percorso su Facebook. Tutto è iniziato pubblicando una frase dal Vangelo del giorno, declinata in una domanda o in un impegno concreto. All’inizio è stata dura: “Mi avevano detto che non avrebbe funzionato, perché su Facebook bisogna raccontare di sé. Io invece non volevo parlare di me ma condividere pensieri che mi avevano cambiato la vita”, spiega Chiara. La risposta è stata inaspettata persino per lei: “In poco tempo ho visto che tanti, in Italia e all’estero, avevano iniziato a seguire la pagina e a condividere i post”. Il degno coronamento di un lavoro importante, non tanto per l’impegno quanto per la rilevanza sociale.



L’approdo su Instagram di Chiara Amirante

Va sempre così: dopo Facebook viene Instagram, la piazza più “young”, dinamica e in voga tra i giovani d’oggi. La sua linea è un po’ cambiata, perché non si limita più alle “parole di luce” evangeliche. Da qualche tempo, infatti, cura molto la grafica dei suoi post, perché “immagini e foto di contenuto permettono di memorizzare”. Se la forma cambia, la sostanza è sempre quella: si va dalle citazioni di santi e testimoni della fede a frasi tratte dai suoi libri diventate cult. Fa tutto parte di un progetto preciso: “I ragazzi sono colpiti dai messaggi che i media lanciano e chi sta nella nostra Comunità ci testimonia ogni giorno che ciò che viene loro proposto dalla società non dà la felicità”. La logica dell’”influenza” l’ha proprio fatta sua: “Il fatto che ci sia qualcuno che prova a dire qualcosa di diverso, anche se può apparire una voce isolata, crea un contagio e questo può aiutare a capire che la felicità è una strada altra rispetto a quella prospettata dal mondo”. E magari, se in pochi la percorrono, non è nemmeno così trafficata. Il Vangelo c’insegna che la porta è stretta; in compenso, però, di calca ce n’è poca.